Gli Ogm continuano a non convincere i consumatori

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«Il recente caso del mais Monsanto MON863, che in soli novanta giorni ha provocato segni di tossicità per fegato e reni delle cavie che lo hanno mangiato, è solo l’ultimo esempio»

«L’impiego di Ogm in campo agroalimentare continua a comportare enormi problematiche per l’ambiente e rischi per il consumo umano e animale, quale che sia la provenienza dei geni usati»: commenta così Federica Ferrario, responsabile Ogm di Greenpeace, il comunicato di Assobiotec, con il quale l’organizzazione delle aziende biotecnologiche afferma di rinunciare alla sperimentazione su geni provenienti dall’uomo e dagli animali per modificare geneticamente colture agricole. «Il recente caso del mais Monsanto MON863, che in soli novanta giorni ha provocato segni di tossicità per fegato e reni delle cavie che lo hanno mangiato, è solo l’ultimo esempio», spiega Ferrario.

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