Clima – Il Mediterraneo la regione più fragile

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Pochi margini di dubbio sull’esistenza del riscaldamento globale: e un contributo assolutamente irrilevante dell’attività solare nell’aumento della temperatura. Lo sottolinea, nella giornata iniziale della Conferenza nazionale Cambiamenti Climatici, il vice presidente del Working Group 1 dell’Ipcc, Filippo Giorgi. Che spiega come «dalla Rivoluzione industriale ai giorni nostri i gas serra siano sempre andati aumentando e oggi siano presenti in atmosfera alle massime concentrazioni». Fino agli anni 70 la temperatura è rimasta stabile con l’eccezione di un’unica anomalia climatica negli anni 20-30, comunque non attribuibile ai gas serra, e i 50 anni appena trascorsi sono stati i più caldi degli ultimi

350. «Gli scenari mostrano come il Mediterraneo sia in assoluto la regione più vulnerabile al mutamento del clima» assicura Giorgi.
Perché il clima cambia? «Per il contributo dei gas serra e per fattori naturali. Rispetto a questi ultimi, in particolare, si è acceso un dibattito sui media relativamente al ruolo delle radiazioni solari nell’aumento della temperatura». Tuttavia, per l’esperto dell’Ipcc «negli ultimi 50 anni il sole ha dato un contributo assolutamente minoritario rispetto a quello dei gas serra».
Preoccupanti gli scenari delineati dagli esperti dell’Ipcc: in una situazione di «business-as-usual», cioè senza avviare azioni di mitigazione delle emissioni, la quantità di CO2 triplicherà entro il 2100. Di quanti gradi centigradi aumenterà la temperatura, invece, è un dato ancora molto incerto e il range di possibilità varia da 1 a 6°. Per Filippo Giorgi «il climate change potrebbe determinare la scomparsa della corrente del Golfo, l’effetto di ice-shelf nell’Antartide occidentale e lo scioglimento della Groelandia».
«È realtà o fantascienza?», domanda retoricamente l’esperto. «Purtroppo è realtà. Basta vedere cosa è accaduto nel febbraio-marzo del 2002 alla piattaforma di ghiaccio Larsen B in Antartide, collassata improvvisamente insieme ai suoi 500 milioni di tonnellate di ghiaccio».

(Fonte Apat)