Fitosanitari – L’attività di monitoraggio svolta nel progetto «Meta»

199
Tempo di lettura: 3 minuti

Partito nell’anno 2000, la Regione Toscana si è dotata di un modello operativo per realizzare un controllo permanente dei danni in ambito forestale

La conoscenza approfondita della situazione fitosanitaria consente di predisporre misure di gestione del patrimonio forestale per prevenire e limitare la diffusione di parassiti pericolosi per l’integrità dei boschi. Con il progetto «Meta» – Monitoraggio estensivo dei boschi della Toscana a fini fitosanitari -, partito nell’anno 2000, la Regione Toscana si è dotata di un modello operativo per realizzare un monitoraggio permanente dei danni in ambito forestale.

Le azioni previste nell’ambito del progetto denominato «Meta» si possono così riassumere:
? controllo delle popolazioni dei principali insetti e patogeni d’interesse forestale;
? predisposizione di un sistema informativo per l’archiviazione e la gestione dei dati che sono raccolti nel corso del progetto;
? diffusione online d’informazioni sullo stato fitosanitario delle foreste toscane;
? messa a punto di sistemi previsionali sulle infestazioni dei principali patogeni e parassiti delle specie forestali, fornendo quindi un supporto alle Amministrazioni pubbliche che intendessero approntare per tempo interventi di controllo diretto.

Di questo progetto fanno parte diversi soggetti pubblici, con ruoli e funzioni differenti:
1) Regione Toscana – committente del progetto;
2) A.R.S.I.A. – svolge attività di coordinamento tecnico-amministrativo;
3) Istituto Sperimentale di Zoologia Agraria di Firenze – svolge il coordinamento scientifico del progetto;
4) Corpo Forestale dello Stato – effettua il monitoraggio in bosco di insetti e patogeni;
5) Dipartimento di Biotecnologie Agrarie dell’Università di Firenze – predispone i protocolli di rilievo per le patologie e effettua attività di studio e ricerca per gli agenti patogeni;
6) Arpa Toscana – soggetto attuatore per la parte relativa al monitoraggio dei parassiti da lotta obbligatoria in ambito forestale, fra cui Thaumetopoea pityo-campa (Processionaria del pino) e Matsucoccus feytaudi (Cocciniglia del pino marittimo).

Per la processionaria del pino è ancora in fase di predisposizione un sistema per il rilievo delle infestazioni, mentre per la cocciniglia, ArpaT, partecipa dal 2003, insieme agli altri soggetti e con la collaborazione degli studi professionali Rdm e Dream, al monitoraggio del fitofago i cui attacchi sono estremamente dannosi, provocando rapidi e progressivi deperimenti, fino al disseccamento totale delle piante nell’arco di 3-5 anni.
La diffusione dell’insetto in nuove aree è dovuta principalmente allo spostamento naturale della cocciniglia ed al trasporto di legname di pino marittimo con corteccia.
Contro questo parassita non è attualmente applicabile alcun mezzo di difesa diretta.
Introdotto dalla Liguria, la prima segnalazione di presenza del fitofago in Toscana è del 1999 nella zona delle Cerbaie, a cavallo fra la provincia di Firenze e quella di Pisa.
Il controllo svolto da ArpaT nel 2004 ha interessato alcuni impianti di lavorazione primaria di legname e punti all’interno delle formazioni boschive di pino marittimo facenti parte del reticolo più ampio del progetto «Meta».
Per il monitoraggio sono state utilizzate trappole adesive innescate con un attrattivo a feromoni che ci sono state messe a disposizione dall’Istituto Sperimentale di Zoologia Agraria di Firenze.
L’attività di controllo svolta da ArpaT è iniziata nel mese di Marzo ed è proseguita per tutto il mese di Aprile. Le trappole sono state controllate ogni 14 giorni, provvedendo contemporaneamente alla sostituzione dell’attrattivo di sintesi.
Il monitoraggio ha evidenziato la rapida espansione della cocciniglia in gran parte dei popolamenti di pino marittimo situati nelle aree interne della regione ed ha confermato così le previsioni di infestazione elaborate dal gruppo di lavoro del «Meta» tramite un modello matematico che tiene conto di diverse variabili, fra cui la direzione dei venti dominanti, principale fattore preso in esame per l’elaborazione del modello.
Vista la sua velocità di avanzamento e diffusione, molto alto è il rischio di attacco anche alle pinete litoranee, comprese quelle all’interno delle aree protette di San Rossore e dell’Uccellina, risultate fino ad oggi indenni dal parassita.
In queste zone, che costituiscono l’habitat ideale per il pino marittimo, oltre al danno paesaggistico, le devastazioni causate dal Matsu-coccus provocherebbero la scomparsa della fascia di protezione nei confronti dei venti salsi marini.
La progressione ormai inarrestabile del fitofago minaccia inoltre di investire anche le pinete delle regioni confinanti rappresentando una vera e propria «emergenza ambientale».
In considerazione della progressiva espansione dell’insetto, l’Apat, raccogliendo una segnalazione d’interesse pervenuta ad Arsia dall’Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo del ministero delle Politiche Agricole e Forestali di Roma, sta predisponendo un progetto di studio a carattere multi disciplinare coinvolgendo tutte le istituzioni sensibili a tale problematica.

(Fonte Arpa Toscana)