Le difficoltà che si incontrano sono dovute soprattutto alla complessità dell’informazione che si deve comunicare: i dati di carattere ambientale infatti hanno spesso un carattere multidisciplinare e quindi un’esigenza di integrazione delle fonti informative; risultano inoltre di difficile comprensione per chi non è un esperto dello specifico settore
Si è tenuto lunedì 25, presso l’Auditorium della Regione Toscana, il primo dei sei seminari organizzati da Regione Toscana e Fondazione Toscana sostenibile con ARPAT. La finalità è quella di realizzare un percorso di informazione e formazione sul recepimento nella realtà toscana degli indirizzi europei in materia di sviluppo sostenibile, come si può dedurre dal titolo del ciclo di seminari: La strategia dell’Unione Europea per lo sviluppo sostenibile: gli strumenti della conoscenza e gli indirizzi normativi della Regione Toscana in materia di programmazione e di pianificazione territoriale; la partecipazione, l’informazione e la valutazione integrata.
Il primo incontro, che ha riscosso un notevole successo di partecipanti, aveva come tema L’informazione ambientale e il ruolo della conoscenza e i sistemi informativi nei processi decisionali. Il tema, di grande attualità, è stato affrontato grazie agli interventi di F. Gelli, Vice Presidente Regione Toscana; A. Lippi, Direttore della Fondazione Toscana sostenibile (che ha coordinato l’incontro); E. Croci, Vice Direttore IEFE, Università Bocconi; S. Cantoni, Direttore Generale ARPAT; V. Rossi, Ricercatrice IEFE; M. Mugelli, Garante della comunicazione della Regione Toscana; M. Trevisani, Responsabile A.F. Sistemi di Conoscenza Arpat.
Dagli interventi emerge un ruolo fondamentale, e di crescente importanza, per la comunicazione dei temi e delle problematiche ambientali. E’ essenziale che i dati raccolti dal personale tecnico esperto si possano tradurre in flussi di informazione accessibili sia alla popolazione che agli amministratori così che le decisioni di governo possano essere assunte e attuate nel modo più efficace possibile.
Le difficoltà che si incontrano sono dovute soprattutto alla complessità dell’informazione che si deve comunicare: i dati di carattere ambientale infatti hanno spesso un carattere multidisciplinare e quindi un’esigenza di integrazione delle fonti informative; risultano inoltre di difficile comprensione per chi non è un esperto dello specifico settore. Occorre quindi rendere l’informazione efficace dal punto di vista divulgativo, oltre che esauriente e corretta dal un punto di vista tecnico.
I dati devono essere tradotti in indicatori significativi e resi poi accessibili e comprensibili per tutti. Da alcuni anni si lavora per raggiungere il difficile obbiettivo della trasparenza delle autorità pubbliche in materia di informazione ambientale; si tratta di un compito cruciale quanto difficile i cui capisaldi sono stabiliti dalla legge.
In Italia la normativa attualmente in vigore fa riferimento al D.lgs. 195 del 2005 in cui è trattato il tema del «Diritto di accesso» all’informazione ambientale. La normativa pone l’accento su alcuni temi specifici e in particolare stabilisce alcuni punti:
– Si devono istituire annualmente dei cataloghi pubblici per le informazioni sull’ambiente;
– le informazioni devono essere sempre comprensibili e significative;
– i dati devono essere leggibili, contestualizzati e con un significato rilevante e non equivocabile;
– è necessario l’utilizzo delle tecnologie elettroniche;
– si devono definire i livelli minimi omogenei di informazioni al pubblico sulla base di accordi fra Stato, Regione ed Enti locali;
– si devono individuare i casi di esclusione dal diritto di accesso, senza però abusarne;
– l’accesso alle informazioni deve essere gratuito;
– si fissano anche i criteri a cui devono fare riferimento i rapporti sullo stato dell’ambiente, ad esempio la convergenza verso il modello DPSIR e la definizione di indicatori comuni.
Le Autorità pubbliche devono acquisire, elaborare e gestire i dati, devono essere soggetto «passivo» di richieste di informazione da parte del pubblico e «attivo» come diffusore delle informazioni in loro possesso, devono quindi impegnarsi per divulgare le informazioni anche senza una richiesta specifica.
Da una approfondita ricerca condotta a livello nazionale dall’IEFE che è stata presentata da Valentina Rossi durante il seminario, emerge che molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare. Infatti, anche se il 78% delle Autorità Pubbliche dichiara di essere in possesso di banche dati ambientali, la loro gestione rimane poco soddisfacente, sia per la qualità di elaborazione dei dati che per la loro divulgazione.
Un altro aspetto da migliorare è quello delle tematiche: i temi trattati restano spesso confinati in quelli storicamente più importanti, come i rifiuti, l’acqua e il clima, mentre tematiche che più recentemente sono emerse (es. OGM) vengono trascurati. Un dato positivo riguarda il livello di georeferenziabilità (la possibilità di rintracciare il dato sul territorio) che è generalmente buono.
Infine resta un problema cruciale quello dell’accessibilità alle banche dati. In questo contesto problematico è invece un ottimo esempio il portale SIRA, il Sistema Informativo Regionale Ambientale della Toscana: il numero di accessi al portale SIRA e al sito dell’ARPAT cresce in modo esponenziale; questo a dimostrazione che dove c’è un significativo impegno di divulgazione delle informazioni sull’ambiente c’è anche un’ottima risposta da parte del pubblico.
Durante il seminario Maurizio Trevisani ha presentato il portale SIRA mettendo in luce gli aspetti chiave della strategia comunicativa che lo caratterizzano: il portale si presenta come il punto focale della conoscenza ambientale in Toscana e contemporaneamente come strumento di interazione con la realtà europea. L’approccio adottato nella gestione del portale prevede alcuni punti fondamentali: perseguire la qualità del dato, operare una efficiente interazione con gli altri dati, favorirne la diffusione e porre attenzione alla georeferenziazione.
Nonostante i risultati positivi conseguiti, dal seminario emerge chiaramente che la necessità attuale è quella di ottenere un miglioramento, continuo, sia della completezza che dell’accesso alle informazioni, che della loro elaborazione con un linguaggio adatto alla divulgazione. Le pubbliche amministrazioni devono disporre delle informazioni necessarie per poter assumere le decisioni in modo consapevole e trasparente e la popolazione deve conoscere e capire le tematiche di carattere ambientale per poter partecipare al dibattito in modo costruttivo. Per assicurare il diritto all’informazione, nel contesto delle scelte di governo regionale, appare strategico il processo avviato dalla Regione Toscana per integrare i sistemi di conoscenza ambientali e territoriali, e fondamentale sarà il ruolo del «garante della comunicazione». (f. t.)
(Fonte Arpat)