La seconda parte della giornata

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Dopo la pausa di rito sono ripresi i lavori con una relazione di Pasquale Avino chimico ambientale che ha analizzato il rischio chimico mostrando i notevoli progressi nella qualità dell’aria e le problematiche implicazioni delle normative europee in arrivo

Come risolvere i problemi posti dal Chimico ambientale: non si sa. Per le scorie nucleari una possibilità viene oltre che dalle trasmutazioni nucleari di Iwamura, dalla scoperta del gruppo di Frascati guidato dal biologo Piero Quercia di un batterio, Ralstonia tuscolanense, che si nutre di sostanze radioattive.
Per nuove fonti di energia a basso impatto ambientale invece siamo lontani. Ad oggi la stessa fusione fredda nelle previsione teoriche di una sua industrializzazione basata sul palladio, non potrebbe andare oltre il 2/3% del fabbisogno mondiale. Secondo Francesco Celani che ha svolto la relazione sullo stato delle ricerche e delle applicazioni, benché siamo di fronte a reattori a fusione fredda funzionanti, questi sono ancora lontani dall’utilizzazione quotidiana dell’energia in surplus.

Dopo la relazione di Celani, tutta fondata su dati sperimentali, è seguita una interessante ed eclettica relazione della fisica Giuliana Conforto che con voli pindarici cosmici ci ha presentato un modello di Universo che tenta la grande unificazione del tutto.
A rimettere la discussione con i piedi per terra ha pensato Sergio Bartalucci dei Lnf-Infn che ha fatto una revisione critica del metodo scientifico applicato alla ricerca in fisica e alle persistenti diatribe nel mondo scientifico che spesso hanno perso il valore strettamente scientifico per diventare altro.
Infine Vincenzo Valenzi ha presentato una serie di dati clinico-sperimentali e di considerazioni sulle applicazioni di modelli biofisici nella comprensione delle meteoropatie, delle intolleranze alimentari e farmacologiche che sembrano aprire nuove possibilità nell’uso dei farmaci e degli altri mezzi di cura che affondano il razionale nelle profondità oscure e complesse della chimica quantistica.
I lavori sono stati chiusi dal Generale ing. Antonio Antolini, presente per l’intera giornata, che nelle conclusioni ha sottolineato come palesemente ci troviamo di fronte a seri lavori scientifici che debbono trovare spazio nei mondi operativi del nostro Paese.