Le acque potabili nell’aria fiorentina: il sistema dei controlli

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Lunedì 4 settembre 2006 si è svolto un incontro con la
cittadinanza nel quartiere di S. Niccolò a Firenze sul
tema dell’acqua di acquedotto.

L’organizzazione dell’incontro dal titolo «Il gusto per l’acqua: consumo, risparmio e degustazione di acqua potabile» è stata curata da Cristina Bevilacqua, Assessore del Comune di Firenze alla Partecipazione Democratica, Rapporti con i Quartieri, Nuovi Stili di Vita e Consumo Critico.
Per l’Arpat ha partecipato il Direttore Generale, Sonia Cantoni, il responsabile del Dipartimento di Firenze Maura Ceccanti e Francesco Mantelli del Laboratorio del medesimo
Dipartimento..
In quel contesto il Direttore Generale Arpat ha illustrato ai cittadini il ruolo di Arpat e il sistema generale dei controlli.
Successivamente – da Mantelli – è stata illustrata in modo specifico l’attività che Arpat effettua in relazione alle acque potabili nell’area fiorentina.
Le acque potabili sono meglio definite, secondo la terminologia della legislazione in vigore, acque destinate al
consumo umano e sono prevalentemente le acque di acquedotto.
A questa categoria appartengono comunque le acque destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e
bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione,
mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori; inoltre le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione di
prodotti o di sostanze destinate al consumo umano.
Le acque potabili sono regolamentate dal decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 che stabilisce in modo chiaro il sistema dei controlli; i rapporti tra gli Enti coinvolti nel sistema di
gestione delle acque sono in particolare definiti dall’Art.10,
comma 2, 3, 4. Si individua pertanto:
? Il gestore, che ha la responsabilità della gestione economica,
tecnica e commerciale del sistema acquedottistico (oltre che del sistema della depurazione delle acquereflue).
? I comuni, tramite le Autorità di Ambito Territoriale ottimale (ATO), che hanno la responsabilità dell’affidamento
del servizio.
? La Regione, che ha la responsabilità di coordinare tutte le
azioni delle Ato.
Il sistema dei controlli è di competenza delle Aziende sanitarie.
Il controllo è finalizzato alla tutela della salute pubblica dai rischi derivanti dal consumo di acque non conformi agli standard di qualità fissati dalle vigenti norme.
Un’acqua per essere definita potabile non deve contenere microrganismi e Risorse Idriche parassiti, né altre sostanze, in quantità tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana e deve soddisfare i requisiti minimi di cui alle
parti A e B dell’allegato I del D.lgs.31/2001.
Il sistema dei controlli è diviso in controlli interni e controlli esterni:
? I controlli interni sono i controlli che il gestore è tenuto ad effettuare per la verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano mediante laboratori di analisi interni.
Frequenze e tipologie dei controlli possono essere concordati con l’azienda Usl. L’obiettivo principale del controllo interno del gestore è quello di garantire la distribuzione di acqua potabile di ottima qualità, che al minimo deve rispettare gli
standard di qualità fissati dalle vigenti norme. Detto controllo interno, oltre a verificare la qualità dell’acqua distribuita,
deve favorire azioni preventive tese ad ottimizzare la captazione, il trattamento e la distribuzione delle acque.
? I controlli esterni sono i controlli svolti dall’azienda Usl territorialmente competente per verificare che le acque destinate al consumo umano soddisfino i requisiti del D.Lgs. 31-/2001.
Alle Aziende Usl, attraverso i Servizi preposti al controllo, compete la formulazione del giudizio di qualità e di idoneità all’uso e, in caso di non conformità relative alla qualità delle acque, proporre al Sindaco l’adozione di provvedimenti
di intervento. In provincia di Firenze (come in altre province e regioni) il sistema dei controlli è garantito dalle aziende unità sanitarie locali territorialmente competenti che si avvalgono del contributo dell’Arpat per l’emissione del giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano.
L’Arpat, oltre a fornire i dati analitici di tipo chimico (le analisi microbiologiche sono svolte dai laboratori dalla azienda Usl), partecipa con il supporto delle conoscenze che derivano dal
controllo del sistema generale delle acque.
Si è inoltre parlato degli apparecchi di trattamento domestico che spesso sono installati nelle abitazioni per migliorare
le caratteristiche organolettiche delle acque distribuite dai pubblici acquedotti.
Si ritiene che demandare ai cittadini un ulteriore trattamento per rendere le acque di acquedotto più gradevoli non può essere la soluzione alla qualità delle acque potabili quando queste sono ritenute scadenti. In genere si tratta di apparecchiature complesse che l’utente installa nella propria abitazione, spesso con costi notevoli e con la necessità
di tenere questi sistemi costantemente sotto controllo.
Le tecnologie oggi presenti sul mercato sono capaci di produrre apparecchiature con elevate prestazioni, capaci
di intervenire sulle caratteristiche chimiche e microbiologiche delle acque con effetti migliorativi; tuttavia si presume, sulla base dei dati oggi disponibili, che le maggiori criticità nell’uso
di tali apparecchiature siano imputabili dalla scarsa gestione dei controlli e della manutenzione, oltre che, talvolta, alla fornitura di sistemi di trattamento con caratteristiche non adeguate alla tipologia dell’acqua da trattare.
Per quanto riguarda il tema del confronto fra le acque potabili
(prevalentemente quelle di acquedotto) e le acque minerali naturali, occorre ricordare che acque potabili e acque
minerali naturali hanno differenti riferimenti legislativi: le prime il D.Lgs. 31/2001 (recepimento della Direttiva Europea
98/83/CE del 3 novembre 1998), le seconde il Decreto legislativo 25 gennaio 1992 n. 105 (recepimento della
Direttiva Europea n. 80/777 CEE del 15 luglio 1980).
Il dibattito su questo tema è sempre di notevole interesse: con vari lavori, tra cui quello recentemente pubblicato e
scaricabile dal sito internet dell’Arpat: Temporelli G. e F. Mantelli ? Acque potabili e minerali: le nuove disposizione di legge in riferimento ai parametri chimici – L’Acqua, 4, pag 53 ?61, 2004.
Arpat ha cercato sempre di portare il confronto sulla base dei dati e delle evidenze scientifiche oggi disponibili grazie alla grande mole di dati proveniente dal sistema dei controlli.