Ambiente: la politica dei rinvii

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Dai

L’ambiente resta sempre la cenerentola nei ragionamenti e nelle impostazioni delle linee programmatiche ed economiche.
Infatti è solo a parole che questo vorrebbe essere il governo del fare, in realtà, per quanto riguarda l’ambiente, si stanno inanellando soltanto una serie di rinvii.
Si cominciò in maniera che sfiorò il ridicolo bloccando la legge sulle detrazioni fiscali alle innovazioni tecnologiche poi via via l’inutile stop al pacchetto clima, ed ora una serie di rallentamenti nel funzionamento dei parchi nonostante i ripetuti allarmi dalla Federparchi sia sulle aree marine (che ora la Ministra vuole privatizzare, come d’altra parte aveva annunciato nei primi giorni del suo insediamento) sia sulla caccia sia proprio per la gestione della fauna.

Ora si aggiungono altri due casi. Il primo è il rinvio dell’entrata in vigore dal 1° gennaio 2010 dei sacchetti di plastica biodegradabili. Un problema enorme se si considera che un sacchetto di plastica impiega oltre 400 anni per distruggersi mentre il nuovo shopper biodegradabile pochi mesi. Nel corso del 2008 in Italia si sono prodotti 300mila tonnellate di buste in plastica: l’equivalente di 430mila tonnellate di petrolio e si stima che la CO2 emessa in atmosfera derivante da tale produzione sia di circa 200mila tonnellate annue.
Il secondo caso è quello del rinvio della normativa sull’inquinamento acustico. Il che significa che, in attesa della definizione di una nuova normativa, non dovranno essere più rispettati i requisiti acustici previsti dal Dpcm del 1997 nei rapporti tra privati (es. contestazioni per problemi di forti rumori nei condomini) e tra costruttori, venditori ed acquirenti di alloggi edificati dopo l’entrata in vigore della legge. Insomma un vuoto legislativo e normativo che provoca inevitabilmente un caos interpretativo e forti preoccupazioni anche presso tutta l’industria di settore.

Sono solo gli ultimi episodi, e non è neanche il caso di aggiungere l’altro stop alla normativa che doveva certificare l’isolamento climatico delle abitazioni… insomma siamo lontani dalle autostrade ad idrogeno della Norvegia o alla qualità ambientale delle città europee.

Ogni paragone è inutile, ma dobbiamo proprio rassegnarci ad essere il paese del gossip e dei privilegi di alcuni?