Energie rinnovabili – Più posti di lavoro nel 2020

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Nell’Eu27 l’incremento dell’occupazione sarebbe di 2,8 milioni, con una percentuale di uso di rinnovabili pari al 20% nel 2020, e del 30% nel 2030

Uno studio commissionato dalla Commissione europea della Direzione generale energia e trasporti sostiene che «le politiche di supporto all’uso di fonti di energia rinnovabile sono in grado di dare una significativa spinta all’economia e al numero di posti di lavoro nell’Ue».

Risultati dello Studio

Emerge che nel 2005 il valore aggiunto lordo generato dall’industria delle fonti rinnovabili ha raggiunto i 58 miliardi di euro, che equivalgono allo 0,58% del prodotto interno lordo europeo. Questo settore impiega approssimativamente 1,4 milioni di lavoratori, cioè lo 0,65% della forza lavoro europea complessiva.

Riguardo all’impatto futuro che le fonti di energia rinnovabile possono generare su ricchezza e lavoro nell’Ue, sono stati disegnati due scenari chiave:

Il primo scenario consiste nell’attuazione delle politiche di sviluppo delle fonti rinnovabili attualmente già in vigore (scenario Bau, Business as usual).

Il risultato di questo scenario prevede una percentuale di energia rinnovabile pari al 14% del consumo complessivo di energia entro l’anno 2020, e pari al 17% entro il 2030.

Il secondo scenario prevede un maggior sostegno allo sviluppo delle fonti rinnovabili (scenario Adp, Accelerated deployment policies), che condurrà ad una percentuale di energia rinnovabile del 20% nel 2020, e del 30% nel 2030.

Obiettivo 2020

Appare evidente che per il raggiungimento dell’obiettivo fissato dall’Ue per il 2020 (il 20% del consumo totale di energia dovrà provenire da fonti rinnovabili), è necessario un supporto alle politiche di sviluppo maggiore di quello attualmente adottato.

Il raggiungimento di questo obiettivo produrrebbe un incremento del prodotto interno lordo europeo dello 0,24%.

Nel 2020, l’incremento dell’occupazione nel settore delle energie rinnovabili nell’Eu 27 sarà di circa 2,3 milioni di posti di lavoro con lo scenario Bau, e di 2,8 milioni con lo scenario Adp.

Paragonato ad un terzo ipotetico scenario (quello dello stop alle politiche di supporto), l’incremento netto di posti di lavoro ammonta ad una cifra compresa tra i 128.000 e i 656.000 posti.

L’economia è influenzata dallo sviluppo delle fonti rinnovabili

La spinta alle politiche sullo sviluppo delle fonti rinnovabili influenza l’economia nel suo complesso, non soltanto il settore energetico.

Famiglie, industrie e servizi, così come le relazioni con gli stati extraeuropei, sono influenzate dallo sviluppo di queste fonti: gli effetti più evidenti consistono in un cambiamento nei prezzi e nella domanda di investimenti.

Per le famiglie, i mutamenti dei prezzi dell’energia generano un mutamento nei consumi, mentre per le industrie il cambiamento dei prezzi dell’energia modifica le esportazioni e gli investimenti.

Contributi significativi al raggiungimento dell’obiettivo dell’Ue sono attesi soprattutto dai settori dell’elettricità e del riscaldamento, nei quali si prevede un’importante crescita nell’uso delle fonti rinnovabili.

Nello scenario Adp, si stima che entro il 2020, il 34,6% della domanda complessiva di elettricità possa provenire da fonti rinnovabili (fino al 50% entro il 2030).

Obiettivi realistici solo a patto che siano effettuati ulteriori investimenti nelle nuove tecnologie, come il settore eolico offshore, l’energia solare concentrata, e il fotovoltaico.

Per il settore del riscaldamento, per l’anno 2020 è stimato un incremento delle fonti rinnovabili fino al 21,7% della domanda di calore complessiva (sempre per lo scenario Adp).

È necessaria tuttavia una brusca accelerata rispetto al trend di crescita attuale (scenario Bau), che non oltrepasserebbe la soglia del 14,2%.

Nel 2030, la percentuale di domanda di calore rinnovabile sarà pari al 30% per lo scenario Adp, ed al 17,2% per quello attuale.

Secondo lo scenario Adp, la domanda di biocarburante per i trasporti è destinata a crescere continuamente, raggiungendo l’8% nel 2020, e il 12,3% nel 2030, contro il 6,4% del 2020 per lo scenario Bau.

L’impatto economico generato dalle energie rinnovabili

L’impatto economico generato dallo sviluppo di tutte queste attività è da considerarsi sia diretto sia indiretto.

La costruzione e la messa in funzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile hanno contribuito a formare circa lo 0,6% del prodotto interno lordo europeo, ma solo il 55% di questo impatto è connesso a industrie direttamente coinvolte nella produzione di energie. Il restante 45% è invece legato ad altre industrie facenti parte della catena di produzione, ma non direttamente coinvolte nel processo.

Con 0,9 milioni di persone assunte, le medie e piccole imprese producono i due terzi di questo impatto.

La catena di produzione delle energie rinnovabili comprende le attività di installazione di nuovi impianti per la produzione di energia rinnovabile (e la sostituzione di quelli già esistenti), le operazioni e la manutenzione, e la produzione di carburante per le tecnologie di biomassa.

Le attuali tecnologie sono poi classificate in tre settori: generazione di elettricità, di calore, e di energia per i trasporti.

La rilevanza economica dell’industria sulle energie rinnovabili varia fortemente tra gli stati membri dell’Ue. In termini di impatto economico, la Germania occupa la prima posizione, con la più larga quota di spese legate alle fonti rinnovabili, e con 320.000 lavoratori, che corrispondono a circa un quarto del totale.

Le biomasse giocano un ruolo significativo per la creazione di posti di lavoro, che da sole generano circa il 60% del totale.

Riduzione CO2, garanzia rifornimenti e sostenibilità economica

I due obiettivi della diffusione delle risorse energetiche rinnovabili sono: la riduzione delle emissioni di CO2 (e di altre emissioni ad impatto ambientale), e la garanzia dei rifornimenti, al fine di ridurre la dipendenza dal carburante fossile importato.

Questi due obiettivi devono essere raggiunti insieme al terzo: la sostenibilità economica.

Salvo rare voci fuori dal coro, per i protagonisti delle politiche di sviluppo, l’incremento del ricorso alle fonti rinnovabili e la crescita economica possono procedere di pari passo.

(Fonte Arpat)