Dal 2000 al 2008 tutti i dati ambientali a livello locale, quali: inquinamento atmosferico e acustico, rifiuti, trasporti, acqua, energia, verde urbano
Recentemente l’Istat ha diffuso i risultati dell’indagine sugli indicatori ambientali urbani, che ha coinvolto in particolare gli uffici statistica dei comuni, che oltre a fornire i dati in proprio possesso svolgono una funzione di coordinamento per informazioni provenienti da altri soggetti: le agenzie regionali di protezione ambientale, le aziende che gestiscono i servizi di raccolta dei rifiuti, di distribuzione dell’acqua e dell’energia, ecc.
I dati, relativi ai 111 comuni capoluogo di provincia, sono disponibili in serie storica dal 2000 al 2008.
L’Istituto di statistica raccoglie ogni anno, a partire dal 1996, dati ambientali a livello locale. In particolare, per i comuni capoluogo di Regione, elabora indicatori su inquinamento atmosferico e acustico, rifiuti, trasporti, acqua, energia, verde urbano.
Nei 111 capoluoghi di provincia oggetto di indagine, che coprono il 6,6% della superficie italiana, risiede il 29,3% della popolazione totale del Paese (circa 17 milioni di persone).
Principali risultati
Nel 2008, gli indicatori analizzati nei comuni capoluogo di provincia evidenziano, in linea generale, sensibili miglioramenti rispetto all’anno precedente.
Si segnalano in positivo la contrazione della raccolta totale dei rifiuti urbani (-1,1%), l’aumento delle quantità di rifiuti raccolti in modo differenziato (+3 punti percentuali) e della domanda di trasporto pubblico (+2,2%), nonché una riduzione del consumo d’acqua per uso domestico (-1,9%).
Di contro, nell’ultimo anno, cresce il numero di motocicli per mille abitanti (+3,7%), il consumo di energia elettrica per uso domestico (+0,7%) e il consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento (+7,7%)(Figura 1).
Una variazione meno sensibile si registra per il tasso di motorizzazione (+0,2%), mentre la densità di verde urbano è pressoché costante (+0,03 punti percentuali).
Nel 2008 è migliorata anche la qualità dell’aria, malgrado il numero di giorni di superamento del livello per il PM10 (particolato con diametro minore di 10 micron) sia ancora elevato rispetto a quello previsto dalla normativa vigente (Dm. 60/2002). Infatti, nei 100 comuni che effettuano il monitoraggio del PM10, le centraline di qualità dell’aria hanno segnalato mediamente un numero massimo dei superamenti del limite pari a 60,6 giorni, con un decremento del 16,8% rispetto all’anno precedente, ma sempre molto al di sopra dei 35 consentiti.
La maggiore sensibilità sulle tematiche ambientali ed energetiche dei 111 comuni capoluogo è evidenziata dal fatto che, nel 2008, 23 comuni contro i 7 del 2000 hanno fatto ricorso al teleriscaldamento.
Sugli edifici pubblici, inoltre, sono stati installati pannelli solari termici in 46 comuni, contro i 3 del 2000, e pannelli fotovoltaici in 61 comuni.
Nel 2008 continuano gli interventi di tutela ambientale messi in atto dalle amministrazioni pubbliche (Figura 2): sono 102 i capoluoghi di provincia che dispongono di centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria (rispetto al 2007 si aggiunge Enna); aumentano, rispetto all’anno precedente, i comuni dotati di una zonizzazione acustica del territorio (+7,9%), di un piano energetico comunale (+16,7%), di un censimento del verde urbano (+2,5%), nonché quelli nei quali tutta la popolazione è servita dalla raccolta differenziata dei rifiuti (+2,2%). Rimangono stabili, rispetto al 2007, sia i comuni che hanno approvato un piano urbano del traffico sia quelli che dispongono di un piano del verde urbano.
Inquinamento acustico
Alla fine del 2008 sono 68 i comuni capoluogo di provincia che hanno approvato la zonizzazione acustica del territorio 4,5 in più rispetto al 2007: Ferrara, Perugia, Terni, Tortolì e Villacidro.
A oggi, quindi, la zonizzazione acustica è presente nell’85,7% dei comuni capoluogo di provincia del Centro, nel 69,6% di quelli del Nord e nel 40,9% del Mezzogiorno (Figura 3). Fra le competenze in tema di rumore, i comuni hanno l’obbligo di approvare la relazione biennale sullo stato acustico e i piani di risanamento acustico. Nonostante ciò, a fine 2008 sono appena 15 (sugli 85 con più di 50 mila abitanti) i comuni capoluogo di provincia che hanno approvato la relazione biennale.
Inquinamento atmosferico
Alla fine del 2008 continua a diminuire, nei comuni ove il PM10 è monitorato, il numero medio di superamenti del valore limite per la protezione della salute umana, attestandosi a 60,6 giorni (-16,8% sul 2007). Questa riduzione scaturisce, probabilmente, sia da fattori meteo-climatici sia dall’attuazione di politiche finalizzate a limitare la circolazione delle tipologie di veicoli più inquinanti. Tale miglioramento, rispetto all’anno precedente, è osservabile in quasi tutte le ripartizioni geografiche (-28,7% per il Nord e -9,5% per il Centro), fa eccezione il Mezzogiorno (+17,0%), in cui, in ogni modo, si riscontra il valore aggregato più basso (Figura 4).
Sono comunque 66 i capoluoghi in cui nel 2008 è stata superata la soglia delle 35 giornate oltre la quale sono necessarie misure di contenimento e di prevenzione delle emissioni di materiale particolato, a cominciare dalla limitazione del traffico urbano.
Benché dai dati precedenti emergano dei segnali positivi in termini di valutazione della qualità dell’aria, rimangono, nel 2008, situazioni di criticità, caratterizzate da un altissimo numero di giorni in cui è stato superato, per il PM10, il limite per la protezione della salute umana.
Trasporti
Nel 2008 il tasso di motorizzazione (numero di autovetture per mille abitanti) dei comuni capoluogo di provincia è pari a 616,7, con un aumento dello 0,2% rispetto all’anno precedente e una variazione media annua, nel periodo 2000-2008, di pari entità. Nei rimanenti comuni italiani tale indicatore si attesta a un livello inferiore (598), con una crescita sul 2007 dello 0,5% (Figura 8).
Il trasporto pubblico urbano è l’insieme delle modalità di trasporto (autobus, tram, filobus, metropolitana e funicolare) che, su scala urbana, consente l’esercizio del diritto alla mobilità dei cittadini mediante l’uso di mezzi non di proprietà. Una delle principali risposte per ridurre gli impatti ambientali e sanitari derivanti dal traffico veicolare privato consiste nell’incentivare l’uso dei diversi sistemi modali di trasporto collettivo, al fine di attrarre domanda di mobilità sottraendola alla componente individuale.
Nel 2008 i mezzi pubblici del complesso dei comuni capoluogo di provincia hanno trasportato 234,5 viaggiatori per abitante, con un incremento sul 2007 del 2,2%. Nei capoluoghi con più di 250 mila abitanti si registrano, però, 379,9 passeggeri per abitante, con una crescita rispetto all’anno precedente del 2,7%.
Rifiuti
Nel 2008 la raccolta di rifiuti urbani nei 111 capoluoghi di provincia è pari a 615,8 kg per abitante (-1,1% rispetto al 2007), confermando l’andamento decrescente registrato già lo scorso anno. La percentuale di raccolta in modo differenziato risulta pari a 28,5, 3 punti percentuali in più rispetto al 2007. A partire dal 2000 l’andamento è sempre crescente per la raccolta differenziata, mentre la quantità totale dei rifiuti urbani raccolti risulta in leggera crescita fino al 2006 e in lieve diminuzione negli ultimi due anni (Figura 12).
Le quantità pro capite di rifiuti raccolti in modo differenziato, anche per le singole tipologie, sono maggiori nei capoluoghi con meno di 250 mila abitanti, a eccezione della carta le cui quantità raccolte nei grandi comuni sono mediamente di poco più alte (Figura 13).
In particolare, per il rifiuto verde, organico e legno, la raccolta nei centri minori è più del doppio rispetto a quella raccolta nei grandi centri. Tale situazione potrebbe essere giustificata dal fatto che la raccolta del rifiuto organico avviene soprattutto attraverso la raccolta porta a porta, modalità più facilmente applicabile in comuni di piccole dimensioni ma anche dalla maggiore presenza di verde nei piccoli centri. Nei piccoli centri, rispetto ai grandi, si raccoglie anche più vetro, materie plastiche e metalli; sono più consistenti anche le quantità raccolte in modo selettivo.
(Fonte Arpat)