La comunità Rom accoglie Bari

594
Tempo di lettura: 2 minuti

Al campo Rom, Romeni di Bari Japigia le porte del campo si sono aperte ai curiosi per parlare, ballare e mangiare, in poche parole per conoscersi. Presentato il libro di Barbara Congi

«Io sto con i rom» è frutto di un esperimento italo-rom alla cui realizzazione hanno collaborato la cooperativa rom Artezian e l’associazione barese Vox Popoli, con il patrocinio e il contributo dell’assessorato alle Politiche giovanili, accoglienza e pace del Comune di Bari, della Cooperativa Occupazione e Solidarietà e il Consorzio Meridia e di Unicef Bari. Media partner dell’evento è stata RadioL(u)ogoComune.

I cancelli del campo, già dalle 16,30, sono spalancati e all’interno si respira aria di festa; i volontari organizzano giochi per intrattenere i bambini dando la possibilità ai visitatori di mischiarsi, confondersi e ambientarsi. Intanto la mostra fotografica di Loredana Moretti dal titolo «Vox rei-publice», propone una «sintesi degli spazi rom», raccontando per immagini quella cultura che in troppi casi disprezziamo e teniamo ai margini della nostra società omologata.

Di cultura Rom si è, inoltre, parlato con la scrittrice Barbara Congi, autrice del libro Anch’io ho un’anima (Win Edizioni), che ha colto l’occasione per presentare il suo lavoro ricco di testimonianze, che se ascoltate possono contribuire ad abbattere quel muro di ignoranza che ci divide dalle comunità Rom e dalla loro cultura.

Questo esperimento, molto ben riuscito, getta le basi per la creazione di un ponte tra due culture così lontane all’apparenza ma così vicine nel profondo: guardare negli occhi i Rom significa fare uno salto nel passato, quel passato fatto di valori e tradizioni, che invece la nostra società ha perduto e oggi stenta a ritrovare. L’auspicio che ne deriva è che l’accoglienza divenga imperativo categorico e che le istituzioni proseguano su questa strada, intervenendo per garantire e valorizzare il diverso e la sua cultura, veicolo quest’ultimo indispensabile per conoscersi e apprezzarsi.

Parola d’ordine integrazione, suo presupposto l’accoglienza.