Un processo francese di riciclaggio recupera tutto da questi attrezzi sportivi. La logica della riconversione dei materiali, anche quelli più poveri, traspare dall’auspicio «Raccogli i tappi in sughero per garantirne il recupero»
Quando si dice che del maiale non si butta via niente: un’azienda francese ha messo a punto un metodo per riciclare gli sci, estraendo le parti metalliche e trasformando il resto in combustibile ad alto potenziale per i forni dei cementifici.
Il procedimento prevede la frantumazione degli sci, particolarmente complessa dato che i materiali sono studiati per resistere agli urti di forte intensità, seguita poi dalla separazione tra frammenti metallici, destinati alla rifusione, e componenti plastici, che diventano invece combustibile.
Stessa logica della riconversione dei materiali, anche quelli più poveri, traspare dall’auspicio «Raccogli i tappi in sughero per garantirne il recupero».
Questo è lo slogan del progetto «Tappo a chi»? ideato da Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo dei rifiuti di imballaggio di legno aderente al Conai, che da quest’anno ha deciso di estendere la sua attività ai tappi in sughero.
L’eco-progetto, dopo le esperienze pilota condotte negli anni passati durante Vinitaly, è già partito in cinque regioni: Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna.
L’iniziativa, ovviamente in tappe successive, si estenderà fino a ricoprire tutto il territorio nazionale.
È aperta a tutti(cantine, enoteche, ristoratori, onlus e associazioni di volontariato) e ha una vocazione spiccatamente sociale: i proventi finanzieranno iniziative benefiche, tutte rientranti nell’ambito del commercio solidale.
Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale e il suo scopo è promuovere giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile attraverso il commercio, ma anche e soprattutto attraverso la formazione, la cultura e l’azione politica.
Questa nuova forma di negoziazione vuole riequilibrare i rapporti con i paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati.
Garantisce, infatti, a quest’ultimi un giusto guadagno e alla manodopera condizioni di lavoro dignitose.
Tutto questo risulta possibile grazie all’eliminazione delle intermediazioni speculative, sostenendo, con il prefinanziamento, progetti di auto-sviluppo e riuscendo così a modificare i perversi meccanismi di un modello economico che antepone il profitto ai diritti fondamentali degli esseri umani.