Global monitoring for environment and security, è il nome del sistema di monitoraggio satellitare promosso dal parlamento europeo; un sistema all’avanguardia che permetterà la gestione dei disastri naturali, il monitoraggio degli oceani, della vegetazione e dell’atmosfera
Gmes ovvero Global monitoring for environment and security, questo è il nome del sistema di monitoraggio satellitare promosso dal parlamento europeo; un sistema all’avanguardia che consentirà di gestire al meglio ogni possibile evento catastrofico che possa verificarsi in Europa, con vantaggi per la sicurezza delle popolazioni e per l’ambiente. La storia di questa attenta strumentazione, messa al servizio della salvaguardia dell’uomo, comincia nel 1998, quando, all’interno del complesso programma di osservazione satellitare della Terra, lanciato dalla commissione europea e da un pool di agenzie spaziali, si inserisce nel più vasto progetto Geoss, che mira allo sviluppo di un sistema per l’osservazione globale della Terra. Il basilare obiettivo è quello di assicurare all’Europa una sostanziale indipendenza nel rilevamento, ad ora esclusivamente affidato ai satelliti americani, e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta, supportando quella che è la necessità, per le politiche pubbliche europee, di forniture di servizi chiari e sicuri sugli aspetti ambientali e di sicurezza.
Tra le applicazioni dichiarate primarie all’interno del programma, ci sono la gestione dei disastri naturali, il monitoraggio degli oceani, della vegetazione e dell’atmosfera; ma lo sviluppo del progetto prevede, anche, che Gmes ricopra un ruolo fondamentale in altri ambiti, quali l’osservazione e lo studio dei cambiamenti climatici, il sostegno in materia di protezione civile e la formazione sul concetto di sviluppo sostenibile.
Ma come funziona Gmes?
Il sistema si basa su una serie di cinque tipologie di satelliti, chiamati sentinelle, specializzati in precise applicazioni. I Sentinel 1, saranno utilizzati per produrre dati radar interferometrici; i Sentinel 2, satelliti ottici, sono stati progettati per l’osservazione multi spettrale; i Sentinel 3 sono a competenza oceanografica e terrestre; i Sentinel 4, di tipo geostazionario, sono rivolti ad ispezionare le componenti atmosferiche; i Sentinel 5, infine, satelliti a bassa orbita, studieranno la composizione chimica dell’atmosfera.
In definitiva, il Gmes (che dovrebbe entrare nella sua piena operatività nel 2014) rappresenterà uno strumento valido a promuovere l’innovazione e la ricerca a sostegno della biodiversità, della gestione degli ecosistemi e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Ancora una volta una positiva intesa tra progresso tecnologico ed applicazione scientifica al servizio dell’uomo e del suo benessere.