Riapre la caccia, soliti problemi in barba all’Ue

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Wwf: il recente art 42 della legge comunitaria approvata dal Parlamento che impone il rispetto delle direttive comunitarie non trova applicazione da parte di regione e province. Una caccia contro la fauna, contro i diritti della collettività, contro l’Europa

Domenica 19 apertura generale della caccia. Dopo la caccia agli ungulati già aperta in agosto e l’apertura anticipata ad alcuni uccelli ai primi di settembre (con un danno gravissimo inferto alla fauna selvatica che viene colpita nel delicato periodo di cura dei piccoli e di preparazione per i lunghi voli che moltissime specie di uccelli si apprestano ad iniziare verso i luoghi di sosta invernale), siamo così arrivati all’apertura canonica e complessiva della stagione di caccia.

Dopo l’approvazione pochi mesi fa dell’art. 42 della Legge Comunitaria, che conferma ed esplicita la necessità che le Regioni si adeguino alle direttive comunitarie e modellino i calendari venatori sulla base di status e caratteristiche biologiche delle singole specie, questa stagione venatoria avrebbe potuto segnare la svolta, la stagione di un prelievo venatorio finalmente basato non sulle richieste e i desiderata dei cacciatori ma su solide basi scientifiche.

Niente di tutto questo è però avvenuto.

La Regione Toscana, come la generalità delle Regioni, non ha modificato nulla nel calendario venatorio, consentendo addirittura pure quest’anno anche l’apertura anticipata ai primi di settembre, e continuando a permettere una caccia che non tiene alcun conto (per numeri, periodi e modalità) dello stato delle popolazioni selvatiche e delle loro esigenze di tutela.

A nulla è servita una lettera con cui il Wwf e altre Associazioni di tutela ambientale hanno ricordato alla Regione e alle Province, nel giugno scorso, la necessità di adeguare le proprie normative alla normativa europea, secondo il preciso dettato della recente norma nazionale.

In nessun conto sono state tenute anche le indicazioni dell’Ispra (Istituto superiore ricerca ambientale organo tecnico-scientifico dello Stato) che il 29 luglio scorso ha inviato a tutte le Regioni un importante documento («Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, art. 42»), che stabilisce che, per molte specie di animali selvatici, la caccia in Italia dovrebbe aprirsi il 1° ottobre e chiudersi il 20 gennaio, mentre per altre andrebbe almeno temporaneamente sospesa (come il Combattente) e per molte altre specie la caccia potrebbe essere autorizzata solo in presenza di «piani di gestione» che ne valutino la consistenza e lo stato di «salute».

Poiché le note e le diffide inviate di concerto con altre associazioni a giugno a tutte le Regioni non sono risultate sufficienti, ora il Wwf tornerà nelle Aule dei Tribunali amministrativi regionali per chiedere attraverso numerosi ricorsi l’applicazione ed il rispetto delle regole da parte di Regioni e Province, per la tutela della fauna selvatica e dell’ambiente, dovere stabilito anche dalla Costituzione, e per garantire l’adeguamento della gestione dell’attività venatoria alle regole stabilite dall’Unione europea ed ormai introdotte anche nel nostro Paese.

L’importanza del pieno rispetto delle regole viene ribadita anche dal Corpo Forestale che proprio in questi giorni ha stilato un elenco di 12 consigli per essere un «cacciatore a norma di legge».

Proprio per vigilare sul rispetto delle regole, come ogni anno sul territorio ci sono anche le 350 guardie volontarie venatorie del Wwfche lavorano in stretta collaborazione con l’Autorità Giudiziaria.

Il lavoro delle Guardie è documentato anche dai numerosi video caricati su You Tube nel canale Wwf.

(Fonte Wwf)