Nuove strategie per le rinnovabili in Puglia

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Pear, Dia e III Conto Energia gli argomenti principali del convegno «Investire nelle rinnovabili in Puglia». Le prospettive dei nuovi finanziamenti. Scaramucce fra Industriali e Vendola

Sul Piano energetico ambientale regionale (Pear) e le distorsioni relative alla Dichiarazione d’inizio attività (Dia) si sono innescati gli interventi politici dei due assessori regionali pugliesi intervenuti nel previsto incontro fieristico, Loredana Capone, Vice Presidente della Giunta e assessore allo Sviluppo Economico, e Lorenzo Nicastro, assessore alla Qualità dell’Ambiente, i quali hanno evidenziato le storture che si sono venute a creare negli anni successivi al primo Piano energetico ambientale regionale, entrato in vigore nel 2007.

In effetti in questi tre anni si sono succeduti diversi cambiamenti nelle dinamiche di mercato, basti pensare alla crisi finanziaria che ha investito i mercati di tutto il mondo e da cui si fatica a venirne fuori, l’eccesso di richieste dei potenziali produttori ha fatto il resto.

Nel 2016 era previsto il raggiungimento di un obbiettivo di 10.400 megawatt di energia prodotta da fotovoltaico, che in realtà è stato già raggiunto, questa situazione crea inevitabilmente un problema a cui il governo regionale deve trovare una soluzione.

I tecnici presenti, funzionari della Regione Puglia e del ministero dello Sviluppo Economico, hanno messo in evidenza gli scompensi dovuti alla mancata regolazione del settore energetico e la necessità di potenziare la rete elettrica, indispensabile per mettere in rete l’energia prodotta. Per quanto riguarda il III Conto Energia il funzionario dell’Ufficio Legislativo del ministero dello Sviluppo Economico Giovanni Di Scipio ha spiegato nel dettaglio il provvedimento che sarà licenziato a breve, che stabilisce i requisiti tecnici, le modalità d’installazione e la potenza massima degli impianti fotovoltaici da installare. Inoltre, continua Di Scipio, è stata modificata la vecchia distinzione relativa agli impianti: con il III Conto Energia sarà possibile optare tra due modalità «su edifici» e «altri impianti», questa modifica di lessico apporterà cambiamenti nella sostanza semplificando in due sole categorie le tre esistenti relative al II Conto Energia.

Per quanto riguarda le tariffe incentivanti nel Piano operativo interregionale (Poi), il cui Presidente, Gian Maria Gasperi, ha coordinato i lavori del convegno, sono previsti incentivi pari a 3 milioni di euro, di cui un terzo per promuovere il risparmio energetico e la restante parte per favorire l’implementazione di rinnovabili. Proprio in relazione agli incentivi è stato ricordato che gli incentivi italiani, ancora vigenti, sono i più cospicui d’Europa e anche se leggermente in flessione per il prossimo futuro saranno comunque elargiti, a differenza di Paesi a noi vicini, come la Spagna, dove la soppressione degli incentivi statali ha determinato una depressione del settore energetico.

Una delle curiosità del III Conto Energia è l’eliminazione del «vincolo assoluto», che invece era presente nella legge regionale pugliese contestata dal governo Berlusconi. Di fronte a questo nuovo assetto, però, l’assessore allo Sviluppo Economico Loredana Capone tranquillizza affermando che saranno comunque rispettate le aree di interesse paesaggistico di pregio anche se non protette da vincoli. In conclusione del suo intervento l’assessore regionale Loredana Capone ha annunciato il lancio di tre nuovi bandi regionali da 15 milioni di euro per aziende innovative che «facciano crescere il comparto energetico in Puglia».

Una nota di colore si è avuta alla conclusione dei lavori mattutini del convegno, con la lettura del comunicato di Confindustria Puglia, letto dal Direttore generale dott. Piero Conversano, il quale ha successivamente lasciato la sede del convegno, in cui l’associazione degli industriali si doleva delle esternazioni, diffuse dagli organi di stampa regionali e riprese da quelli nazionali, del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il quale, afferma Confindustria Puglia, propone un blocco repentino dello sviluppo dell’industria energetica in Puglia. Su questo punto, invece, pare che il Presidente Vendola, così come ribadito dall’assessore Nicastro, persegua una politica di riordino del settore e delle normative che lo regolano, continuando a guardare con estremo interesse ad un settore, quello energetico, che si è dimostrato solido attraversando indenne la bufera finanziaria ed economica che ha investito i mercati.

Il «III Conto Energia» è stato anche al centro della discussione per le implicazioni che porterà con sé al momento del licenziamento del provvedimento legislativo, in quanto l’impasse politica di questi ultimi mesi ha rallentato vistosamente i lavori, portando la Regione Puglia a congelare il provvedimento regionale che regolerà la materia all’interno del quadro normativo nazionale.

Questa incertezza nel futuro e, soprattutto, la mancanza di regole certe è causa di paure, che portano contestualmente ad un calo degli investimenti. Su questo punto s’innesta la richiesta del mondo imprenditoriale di un quadro normativo chiaro, che, grazie anche agli incentivi, porterà alla creazione di nuove imprese e a riqualificarne altre in crisi.

In conclusione dei lavori l’assessore alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia sintetizza l’indirizzo politico della Giunta Vendola in poche immagini utili a ribadire la volontà di ridurre non gli investimenti ma le dimensioni degli impianti. Questa nuova strategia servirà a contrastare l’imbruttimento del paesaggio, favorendo nel contempo l’implementazione di nuovi impianti meno invasivi, diffusi negli anni passati a causa del vuoto legislativo, della convenienza del business delle grandi dimensioni e della crisi dell’agricoltura che ha portato molti terreni agricoli a trasformarsi in impianti fotovoltaici a terra o in basi per impianti eolici. Al fine di evitare una caduta negli investimenti e nei consumi nel settore turistico, altro pilastro dell’economia pugliese, la Regione Puglia si propone, dunque, di continuare ad incentivare la produzione di energia rinnovabile, ma allo stesso tempo di coniugare le necessità dell’impresa con quelle dell’agricoltura e del turismo.

Una nota ripetuta da più relatori è stata la critica relativa all’avversione montante nei confronti del fotovoltaico, che, a proposito di abbrutimento del paesaggio (soltanto lo 0,025% dal territorio regionale pugliese è interessato da pannelli fotovoltaici), sembra non riscuotere più il favore dei primi tempi a causa di abusi verificatisi in relazione alla Dichiarazione di inizio attività (Dia), autocertificazione prevista per gli impianti di un megawatt, pensata per snellire l’iter burocratico. Purtroppo anche in questo caso l’idea era seria, ma gli abusi si sono verificati comunque, perché dichiarando piccoli impianti da un megawatt si evitava di sottoporre a Verifica d’impatto ambientale (Via) e si costruivano impianti a terra di grandi dimensioni (composti da piccoli impianti) in attesa che il controllo, successivo in caso di Dia, avesse luogo.

La querelle Vendola-Confindustria non è stata l’unica, difatti in questi giorni le dichiarazioni che hanno fatto scalpore sulla stampa si sono inseguite: quella imputata al Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il quale pare aver affermato che «le pale eoliche sono un elemento di miglioramento e un valore estetico aggiunto» per il paesaggio ha provocato la reazione sdegnata dell’Assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Lorenzo Nicastro, che ha chiesto, nella sua battuta, dove andranno a finire tutte le componenti delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici impiantati?