Le novità e gli orientamenti in Toscana. Nella regione è ormai obbligatorio produrre un attestato di certificazione energetica per tutti gli edifici di nuova costruzione, per quelli sottoposti a ricostruzione e per quelli venduti o affittati
La situazione energetica del nostro paese è piuttosto critica, come ha affermato Sergio Gatteschi, Amministratore unico dell’Agenzia Fiorentina dell’Energia; l’Italia, infatti, importa 190 miliardi circa tra petrolio, gas e altri combustibili fossili, per un costo di circa 60 miliardi ogni anno. Oltre a ciò, vi è da considerare che negli ultimi 50 anni il costo del petrolio è aumentato tantissimo e, in futuro, è prevedibile che costerà ancora di più, visto che nuove economie sono entrate nello scenario mondiale, chiedendo ed assorbendo grandi quantitativi di petrolio. Investire nel settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico è, quindi, un buon modo per affrontare meglio la crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo.
L’Unione europea ci chiede di aumentare la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili del 20%, ed il Patto dei Sindaci si pone obiettivi anche più ambiziosi, ma nonostante ciò, i dati ci mostrano che, in Italia, le energie alternative non sono decollate come avrebbero dovuto. Investire nel risparmio termico e nel miglioramento dell’efficienza energetica è un buon investimento, ma la green economy stenta a decollare nel nostro Paese.
Allora dobbiamo affrontare il tema partendo dal concetto che esistono in edilizia le spese di gestione, queste spese sono anche legate al riscaldamento e al raffreddamento delle case: investire sul risparmio energetico nelle case non significa quindi aumentare i costi, ma puntare sulla ottimizzazione dei costi di gestione.
In Toscana è ormai obbligatorio produrre un attestato di certificazione energetica per tutti gli edifici di nuova costruzione, per quelli sottoposti a ricostruzione in seguito a demolizione e per quelli che devono essere venduti o affittati. Questo potrebbe essere un ulteriore stimolo per investire nell’ottimizzare l’efficienza energetica degli edifici adibiti a civili abitazioni.
Importanti investimenti potrebbero venire dalle ristrutturazioni (facciate, infissi, tetti); anche questo tipo di interventi può portare notevoli risparmi economici e ridurre l’impronta ambientale, legata all’abbassamento delle emissioni in atmosfera (CO2 e polveri sottili in particolare) prodotte dalle caldaie delle abitazioni private.
La Pubblica Amministrazione può svolgere, secondo l’Assessore all’ambiente del Comune di Bagno a Ripoli Claudio Tonarelli, un ruolo importante, facendosi portavoce di una nuova cultura volta all’efficienza energetica.
I Comuni possono inserire nei loro regolamenti e nei loro atti di pianificazione norme che favoriscono iniziative per la produzione di energia rinnovabile, possono stimolare il recupero del patrimonio edilizio esistente, se di qualità, o la riconversione in edifici ambientalmente più sostenibili.
I Comuni, nei loro atti di pianificazione, possono favorire l’uso di energie rinnovabili, partendo considerando che il territorio esprime le condizioni di vita dell’uomo che lo vive, e che la qualità paesaggistica deve essere salvaguardata.
I Comuni non devono impedire l’installazione di impianti fotovoltaici o eolici, ma chiedersi come questi impianti meglio si possono adeguare al territorio in cui vengono realizzati.
Per questo motivo è necessario che tra il PIT della Regione Toscana, il piano territoriale di coordinamento della Provincia di Firenze, i piani urbanistici e i regolamenti edilizi delle diverse amministrazioni, vi sia grande armonia, con l’obiettivo di promuovere e favorire l’affermazione delle fonti da energia rinnovabile.
(Fonte Arpat, testo a cura di Stefania Calleri)