Forno crematorio con… recupero d’energia

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Si vorrebbe riscaldare l’acqua della piscina comunale. Ma l’idea che i resti mortali dell’esistenza dei propri cari vengano trasformati in sorgente di calore per riscaldare una piscina, non è piaciuta a molti

La necessità di azioni efficaci, non solo a livello internazionale ma anche nazionale e locale, per combattere il cambiamento climatico è ormai una priorità riconosciuta. Regioni, città, comunità locali, in molti casi, competono fra di loro per mettere a punto programmi ed interventi per l’efficienza energetica e l’uso razionale dell’energia. Ma il caso di Redditch, una piccola città inglese a circa 20 km a sud di Birmingham, ha destato un certo scalpore, quando alcune settimane fa il consiglio comunale ha deciso di combattere i cambiamenti climatici con misure innovative di efficienza energetica, una delle quali, più che innovativa, è decisamente singolare.

La decisione riguarda il sistema di riscaldamento dell’acqua della nuova piscina comunale progettata per essere utilizzata sia per gare di nuoto ed attività sportive, sia per attività ricreative e di tempo libero. L’acqua della piscina sarà riscaldata dal calore fornito dall’inceneritore del forno crematorio esistente nel vicino cimitero.

L’idea che i resti mortali dell’esistenza dei propri cari vengano trasformati in sorgente di calore per riscaldare una piscina, non è piaciuta a molti. La contea di Warwickshire, entro i cui confini amministrativi è ubicata Redditch, che ha promosso e sponsorizzato il progetto come il primo e più innovativo progetto integrato di efficienza energetica e di protezione ambientale di questo genere esistente in tutta la Gran Bretagna, deve fare ora i conti con le proteste di gruppi religiosi, agenzie funebri, associazioni di vario tipo e perfino con il personale dei cimiteri.

Sono stati quindi programmati alcuni incontri con tutti i soggetti interessati per trovare una soluzione di compromesso condivisa nel rispetto, da una parte delle esigenze di uso efficiente dell’energia e, dall’altra, delle esigenze affettive e di memoria dei propri cari defunti. (V. F.)