I calanchi lucani sono protetti

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Una due giorni per inaugurare la Riserva naturale dei calanchi di Montalbano jonico (MT). Un evento tanto atteso dai lucani ma anche delle associazioni ambientaliste e dai ricercatori che hanno studiato la particolarità geologico-paesaggistica del sito

È iniziata questa mattina la due giorni d’inaugurazione ufficiale della «Riserva Naturale Speciale Calanchi di Montalbano Jonico». Un evento tanto atteso dai lucani ma anche dalle più importanti associazioni ambientaliste italiane, dopo l’approvazione della legge riguardante l’istituzione (L.R. 28/94, per il «Geosito dei Calanchi di Montalbano Jonico») di tale sito che interessa l’area «Tempa Petrolla», situata sul versante occidentale della collina di Montalbano, e che racchiude un importante patrimonio naturalistico-scientifico, essendosi formato nell’arco di oltre un milione di anni.

All’inaugurazione hanno partecipato gli esponenti delle amministrazioni locali, l’équipe di studiosi che si è occupata dello studio geologico dell’area (Università di Bari e Università della Basilicata), gli esponenti delle associazioni, come Legambiente e Terra dei calanchi, che tanto si sono impegnati affinché quest’area diventasse una Riserva Speciale.

Il sito in questione è molto bello da un punto di vista naturalistico e paesaggistico, ma è particolarmente importante per le sue caratteristiche geologiche, in quanto in questo sito è stata ritrovata una successione sedimentaria caratteristica del Pleistocene e in particolare «evidenzia l’espressione fisica della transizione dal pleistocene inferiore al pleistocene medio». Queste caratteristiche geologiche-sedimentarie specifiche «hanno consentito di candidare all’Inqa (Internazionale union for quaternari research) il sito di Montalbano Jonico per il Gssp (Global boundary stratotype section and point) del Piano Ioniano al limite Pleistocene inferiore-Pleistocene medio» (Neri Ciaranfi, Salvatore Gallicchio, Angela Girone, Patrizia Maiorano, Maria Marino del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università dei Bari).

Così le argille di Montalbano J. diventerebbero un riferimento mondiale per il «golden spoke» (chiodo d’oro) per il passaggio tra il Pleistocene inferiore (Piano Calabriano) e il Pleistocene medio (Piano Ioniano) nella scala dei tempi geologici.

I «chiodi d’oro» sono punti in cui viene individuato chiaramente un limite tra due ere geologiche e dove il limite è fisicamente presente. Queste località individuate sono caratterizzate dal maggior numero di informazioni fisico-chimiche e paleontologiche indicanti chiaramente il passaggio da un periodo geologico ad un alreo.

Domani, in chiusura della due giorni è stata organizzata dalle associazioni ambientaliste una passeggiata escursionistica lungo uno dei percorsi geologico-paesaggistici del sito, lungo le «vie dei contadini, dai giardini delle arance alla terra vecchia di Montalbano, lungo l’Antica mulattiera “Appiet u mulin“», per avvicinare ancora di più i cittadini e i curiosi a questa bellezza naturale mozzafiato.

Queste bellezze uniche della Natura non sono altro che montagne di argilla modellate dal vento e dall’acqua, che negli anni hanno modificato la loro conformazione originaria arrivando a noi in tutto il loro spettacolare paesaggio «intorno altra argilla bianca senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare… e da ogni parte non c’erano che precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come liberate nell’aria» (da Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi).

In Basilicata i calanchi sono presenti su circa il 30% del territorio regionale, caratterizzante in particolare l’area sud-est della Regione, tipiche formazioni dei terreni prevalentemente argillosi comprese fra le valli del Sauro, l’Agri ed il Basento. La diffusione di queste formazioni sul territorio lucano hanno suscitato l’interesse di molti scienziati che oltre ad interessarsi della genesi di queste «montagne» bianche se ne sono occupati anche per il recupero delle aree marginali a causa dell’avanzamento delle aree desertiche. Infatti queste aree sono esposte a sud ed è proprio l’azione combinata di sole e acqua piovana a creare i particolarissimi solchi e a rendere l’area priva o quasi di vegetazione al punto di rendere questi terreni inutilizzabili da un punto di vista agricolo.

Ma la loro particolarità rende appunto questo paesaggio «lunare» un punto di alto valore turistico e ambientale.

Proprio per tutelare queste qualità che le autorità del posto si stanno attivando per far sì che l’area diventi un «Parco regionale dei calanchi» che possa comprendere tutti i comuni interessati dalle formazioni calanchive, e sono i comuni di Aliano, Montalbano Jonico, Stigliano, Gorgoglione (nella provincia di Matera), e i comuni di Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Guardia Perticara, Missanello e S. Martino d’Agri, nella provincia di Potenza.

Valorizzare le ricchezze naturali manifesta il desiderio di dare un peso maggiore alla bellezza selvaggia della Regione, un modo per riattivare l’economia locale e permettere lo sviluppo di un turismo sostenibile che possa così consentire ai turisti curiosi di ammirare paesaggi unici nel pieno rispetto dell’ambiente.