Ora non ci resta che votare!

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«È un bene per il Paese che la corte di Cassazione, confermando il referendum sul nucleare, abbia richiamato di fatto il Governo e il Parlamento al pieno rispetto della sovranità popolare che si esprimerà con il voto referendario tutelato dalla Costituzione»

«La Cassazione ha chiarito una volta per tutte che lo spirito referendario non può essere aggirato con norme strumentali che entrino in conflitto con i principi ispiratori di coloro che hanno proposto i quesiti». Questo è quanto dichiarato da Stefano Leoni, presidente del Wwf Italia, in merito alla sentenza della Cassazione sul referendum nucleare.

«È un bene per il Paese che la corte di Cassazione, confermando il referendum sul nucleare, abbia richiamato di fatto il Governo e il Parlamento al pieno rispetto della sovranità popolare che si esprimerà con il voto referendario tutelato dalla Costituzione».

Al popolo italiano, di fatto, si chiede, il 12 e il 13 giugno, di votare Sì per l’abrogazione di un’idea che vede un rilancio energetico nazionale possibile solo con un ritorno al nucleare; tale abrogazione metterebbe, pertanto, una pietra tombale su tale possibile, scongiurabile, evenienza.

Importante è ricordare che il 12 e il 13 giugno si voterà anche per il legittimo impedimento e per l’acqua; quest’ultimo referendum richiede un Sì necessario per mantenere tale vitale risorsa pubblica, lontana da percepibili, plausibili, interessi privati.

Diventa ora fondamentale convincere metà più uno degli elettori ad andare alle urne e questo risulta necessario al fine di difendere i diritti e la salute nostra e del nostro ambiente.

E allora c’è qualcosa che da casa si può fare per convincere la gente ad andare a votare?

La risposta a questa domanda è sicuramente Sì e indicazioni in merito ci vengono fornite, ad esempio, da Wwf Italia.

In primis, usiamo facebook? Benissimo, usiamolo per condividere le iniziative referendarie con il gruppo di amici; è importante che in ogni gruppo di amici ce ne sia almeno uno che si assuma il ruolo di informatore.

Ma non illudiamoci che questo referendum si possa vincere restando seduti in poltrona davanti a un computer. Si deve raggiungere il «quorum» e per far questo è necessario muoversi per arrivare anche a tutti quei cittadini che non usano internet o non usano facebook, che non leggono i giornali, che non sono informati dalla televisione; questa fascia di persone è consistente e si deve arrivare anche, e soprattutto, a loro.

E allora cosa fare? Possiamo fare una lista con i nomi di amici e parenti che potrebbero ascoltarci. Contattiamoli per spiegare ad ognuno l’importanza di andare a votare il 12 e il 13 giugno. Non vergogniamoci di chiedere di fare altrettanto e di richiamarli una seconda volta pochi giorni prima del voto.

Altra azione possibile potrebbe essere quella di inviare sms. Se abbiamo poco tempo possiamo, il giorno prima del voto, mandare un sms a tutti i nostri contatti. Il testo potrebbe essere: «Mi raccomando, il 12 e il 13 vai a votare Sì al referendum per fermare la corsa, insensata, al nucleare e alla privatizzazione dell’acqua. Se tieni alla tua salute, alla salute dei tuoi cari e al tuo ambiente, manda anche tu un sms ai tuoi contatti».

Si potrebbero, anche, stampare o fotocopiare i volantini (tutte le associazioni ambientaliste, Greenpeace, Legambiente, Wwf, ecc., ne hanno proposto qualcuno) e portarne sempre alcune copie in giro avendo cura di consegnarle a conoscenti che comunemente incontriamo durante la giornata o, meglio ancora, affiggerne alcune nell’androne del condominio e magari anche in quello vicino, nella bacheca dell’ufficio, della scuola o dell’università.

Informiamo i nostri vicini di casa, simpatici o antipatici, il gruppo di amici, il circolo, l’associazione di volontariato, assicuriamoci che siano tutti informati e motivati e chiediamo, previa possibilità di poter organizzare in luoghi pubblici incontri, di poter parlare dei referendum oppure, se non si ama palare in pubblico, di distribuire volantini e parlare a tu per tu con i potenziali elettori stimolando confronti.

In definitiva, tanti piccoli gesti che ciascuno di noi può attuare subito, questo per assicurarci un quorum adeguato per poter dire, in maniera definitiva, no al nucleare e si all’acqua bene pubblico. Per raggiungere il quorum, devono andare a votare 27 milioni di italiani e abbiamo solo 11 giorni per mobilitare quante più persone possibile. Se vogliamo vincere contro il nucleare, ognuno di noi deve sentirsi coinvolto in prima persona e fare del suo. Ora non ci resta che informare, sensibilizzare e, il 12 e il 13 giugno, votare!