Turismo – Spunta la «tassa» sui cani

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Si tratta di un sovrapprezzo da 40 a 80 euro per l’ospitalità dei quattrozampe che si chiama «contributo per la disinfestazione». L’Ente sospetta che dietro questo extra si nasconda l’ennesimo tentativo di lucrare sugli animali e sui loro proprietari

La crisi picchia duro ma per i proprietari dei quattrozampe arriva una brutta e amara sorpresa. La novità dell’estate 2011, infatti, si chiama «contributo per la disinfestazione», un vero e proprio sovrapprezzo richiesto dai gestori di alcune strutture turistiche italiane per ospitare i quattrozampe. A denunciarlo è l’Ente nazionale protezione animali che, alla vigilia dell’esodo estivo, ha ricevuto le segnalazioni di numerosi turisti arrabbiati, e preoccupati.

Secondo quanto appreso dalla Protezione animali, «la tassa», il cui importo può variare tra i 40 e gli 80 euro, viene motivata con l’esigenza di disinfestare l’alloggio al termine del soggiorno. Motivi di igiene dunque, ma l’Enpa sospetta che dietro questo extra si nasconda l’ennesimo tentativo di lucrare sugli animali e sui loro proprietari. «In quanti casi si è proceduto effettivamente alla disinfestazione?», chiede provocatoriamente la Protezione animali.

Un dubbio, questo alimentato dalla constatazione che le richieste di extra non sempre sono avanzate in modo trasparente. Pochi giorni fa infatti una coppia di Conegliano (Treviso) ha appreso del sovrapprezzo – erano stati chiesti 55 euro – soltanto all’arrivo presso il loro albergo di Levico (Trento). Più o meno la stessa disavventura capitata una settimana fa ad alcun turisti provenienti dal Belgio che hanno sborsato un supplemento di 80 euro salvo poi sentirsi dire dal gestore di un Bed and Brekfast della Capitale che il loro quattrozampe non poteva stare nella stanza ma soltanto sul balcone. Infine, sul sito di un complesso turistico pugliese è scritto a lettere cubitali che i pet sono bene accetti ma non c’è alcun riferimento al «contributo per la disinfestazione» (viene chiesto in fase di preventivo, precisa il gestore).

«Il prezzo del soggiorno – aggiunge la Protezione animali – dovrebbe essere già comprensivo di tutto, proprio come avviene per gli ospiti “a due zampe” che, infatti, non pagano alcun extra per la pulizia della camera o dei sanitari. E comunque eventuali spese supplementari per i “quattrozampe” dovrebbero essere giustificati e pubblicizzate in modo chiaro e immediato».

Ma c’è dell’altro. «Il gestore della struttura turistica – prosegue l’Enpa – ha il dovere di mostrare al suo ospite le ordinanze sindacali e tutti gli altri atti che gli impongono di procedere con la disinfestazione e quindi di chiedere il sovrapprezzo. Se ciò non dovesse accadere suggeriamo ai proprietari dei pet di rivolgersi alle autorità competenti».

(Fonte Enpa)