Il Mare Nostrum è in grave pericolo

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Franco Tassi: «Godevamo il privilegio di avere i luoghi più belli del mondo, baciati dalla natura e resi incantevoli dalla storia, luoghi che i viaggiatori di ogni tempo hanno considerato le mete più incantevoli e prestigiose… ma tutto quello che abbiamo saputo fare è riempirli di impianti petrolchimici e officine, palazzoni e inquinamenti, fanghi e rifiuti, cemento e liquami»

La terribile emergenza della catastrofe dell’isola del Giglio ha messo a nudo tutte le colpe e le responsabilità dell’Italia di fronte al Mediterraneo, il mare più bello, più vissuto e più importante del mondo. Corsa al profitto e ansia di gigantismo, delirio di onnipotenza, incoscienza e impreparazione, capaci di creare meccanismi ambiziosi che però, al primo imprevisto, nessuno è capace di governare.
Ma se oggi paginoni e servizi a bizzeffe vivisezionano fino all’ultimo dettaglio una tragedia all’italiana che poteva certamente essere evitata, il vero rischio è che tra qualche giorno tutto venga dimenticato archiviato, e il mare continui a essere considerato semplicemente quel serbatoio di sempre da cui rapinare con ogni mezzo fino all’ultimo pesciolino, quel comodo bacino dietro casa da trivellare a volontà, quella pattumiera in cui sversare rifiuti e veleni, senza pensare mai alle future conseguenze della nostra acuta e inconfessata barbarie contemporanea.

Proprio per mettere in guardia contro i rischi della selvaggia rapina dei nostri mari, per tutelare e ottimizzare la conservazione della natura dai rischi incombenti, provenienti anche dalle trivellazioni di idrocarburi, Maria Rita D’Orsogna, la docente abruzzese di fisica all’università della California, sarà ascoltata al Senato dalla 12.ma Commissione (Industria, Commercio e Turismo) presieduta dal senatore Cursi e dalla 13.ma Commissione (Territorio, Ambiente e Beni Ambientali) presieduta dal senatore D’Alì.
«Godevamo il privilegio di avere i luoghi più belli del mondo, baciati dalla natura e resi incantevoli dalla storia, luoghi che i viaggiatori di ogni tempo hanno considerato le mete più incantevoli e prestigiose: la laguna di Venezia, i golfi di Genova, Livorno, Napoli, Taranto, Siracusa, Cagliari e via dicendo – è il commento di Franco Tassi, da anni impegnato con il Comitato Parchi-Settore Mare nella campagna in difesa del Mediterraneo e della sua vita, simboleggiata dalla mitica Foca monaca – ma tutto quello che abbiamo saputo fare è riempirli di impianti petrolchimici e officine, palazzoni e inquinamenti, fanghi e rifiuti, cemento e liquami… Se fossimo davvero un paese civile come pretendiamo di apparire, dovremmo oggi preoccuparci di salvare il salvabile, prima che sia troppo tardi. Anzitutto evitando le trivellazioni a ridosso delle nostre coste, già abbastanza aggredite e cementificate, bloccando il transito delle superpetroliere e dei grattacieli del mare nell’Arcipelago Toscano, nelle Bocche di Bonifacio e nel Canal Grande… E poi facendo finalmente decollare una rete di Parchi Blu, che rilanci il vero valore del firmamento di isole grandi e piccole che costellano il Mediterraneo. Quest’anno 2012 non segnerà magari il momento della fine del mondo, ma è iniziato con un chiaro avvertimento: oggi la vera guerra al pianeta la stiamo già sferrando incoscientemente proprio noi: e se non sapremo fermarci in tempo, rischiamo davvero di vincerla, distruggendo pezzo dopo pezzo la nostra dimora».

(Comitato Parchi)