Danni ambientali – Inasprite le pene

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Approvato uno schema di decreto legislativo che introduce nuovi provvedimenti per chi deteriora in modo significativo un habitat all’interno di un sito protetto o chi uccide, distrugge, preleva o possiede, fuori dai casi consentiti, esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette

I reati contro l’ambiente aumentano, lo confermano i dati raccolti sugli interventi del Corpo forestale dello Stato. Ma parallelamente sono in netta crescita anche le normative che colpiscono, talvolta pesantemente, chi incorre nell’ormai sempre più famoso reato ambientale.

In totale i reati accertati nel 2011 ammontano a 16mila e ben 800mila i controlli. Secondo il Corpo forestale dello Stato gli incendi boschivi sono pressoché raddoppiati, mentre solo i reati di abusivismo edilizio e gestione scorretta dello smaltimento dei rifiuti sono quasi 2mila. Le violazioni amministrative in questo caso hanno registrato un importo di sanzioni record: 13 milioni di euro, il 60% in più rispetto al 2010.

Dati sconcertanti che hanno spinto il governo a prendere, in questi ultimi mesi, seri ed urgenti provvedimenti.

Dictum factum. Innanzitutto maggiori estensioni e nuove introduzioni in materia di responsabilità delle persone giuridiche, che si affacciano sull’orizzonte di tutti quegli illeciti commessi in violazione delle norme a tutela dell’ambiente, nuove fattispecie di reato che vanno così a condire il codice penale. Sanzioni pesanti anche per i dipendenti delle stesse società che hanno avuto interesse o tratto vantaggio dalla commissione del reato.

Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha recentemente approvato uno schema di decreto legislativo che introduce nuovi provvedimenti per chi deteriora in modo significativo un habitat all’interno di un sito protetto o chi uccide, distrugge, preleva o possiede, fuori dai casi consentiti, esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette.

Le sanzioni di natura pecuniaria colpiscono le condotte illecite a seconda della gravità, in base al meccanismo delle quote, mentre quelle interdittive saranno applicate nei casi considerati più gravi, vale a dire per le infrazioni al Codice dell’ambiente.

Da decenni eco e ambiente rappresentano per le organizzazioni criminali, purtroppo, terreni fertili su cui coltivare denaro ed ecomafia, terreni su cui è doveroso, oltre che necessario, intervenire ancora.