In Valle d’Aosta fondi pubblici per la festa dei cacciatori

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L’Enpa: «Ci saremmo aspettati che, in un momento così difficile per il nostro Paese, il denaro versato dai cittadini con le tasse fosse utilizzato per iniziative più utili, volte alla promozione del bene comune. Chiesto un risarcimento per i cittadini

Sta suscitando un grande scalpore la vicenda relativa alla festa della caccia a Pollein (Aosta), che, organizzata dalla Presidenza della Regione e dall’assessorato all’agricoltura, ha beneficiato di un congruo finanziamento pubblico nonostante la netta contrarietà della popolazione alla pratica venatoria.

«Riteniamo inaccettabile che questa iniziativa, finalizzata alla tutela di un interesse privato avversato dalla stragrande maggioranza dei cittadini, sia stata organizzata con il danaro dei contribuenti», commenta la Protezione Animali. «Ci saremmo aspettati che, in un momento così difficile per il nostro Paese, il denaro versato dai cittadini con le tasse fosse utilizzato per iniziative più utili, volte alla promozione del bene comune – prosegue l’Enpa -: l’ambiente e la protezione della fauna, ad esempio, la cui tutela al contrario dell’attività venatoria rappresenta un obbligo dello Stato».

La Protezione Animali sottolinea che i cittadini non sono più disposti ad accettare che la cultura della violenza e dell’uccidere per mero divertimento sia sostenuta proprio dalle amministrazioni pubbliche. «Non è certo lusinghiero sapere che le tasse pagate dai residenti, a fronte di enormi sacrifici e in un momento così difficile per tutti, sono destinate ad alimentare la “barbarie” della caccia, osteggiata ormai quasi da tutti».

La Protezione Animali, ricordando alle amministrazioni che alle prossime elezioni i residenti non scorderanno come sono stati utilizzati i soldi delle loro tasse, chiede alle autorità di bloccare i finanziamenti in favore di iniziative filo-venatorie. «Se ciò non dovesse accadere – conclude l’Enpa – tutti i cittadini dovrebbero essere in qualche modo “risarciti” per l’impiego non ottimale delle risorse pubbliche».

(Fonte Enpa)