Il Sole c’entra nella moria di pesci e uccelli

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Gli studi della Nasa e una serie di rapporti su giornali scientifici. Ci avviciniamo al massimo dell’attività del ciclo solare di Schwabe, salgono le opportunità per studiare gli effetti che i cambiamenti della magnetosfera possano esercitare sulla nostra biologia e su quella delle altre creature che popolano il nostro pianeta

Quattro anni fa un articolo di Gabriele La Malfa, attuale direttore del centro Infea di Accademia Kronos, relativamente al fenomeno degli spiaggiamenti dei cetacei in molte coste del pianeta, asseriva che il fenomeno era attribuito ad una diminuzione della protezione della nostra magnetosfera e all’inversione in atto dei poli magnetici terrestri. Oggi quello che si temeva 4 anni fa è una realtà, di seguito quindi lo studio del prof. Renato Sansone.

Negli ultimi 2 anni si è assistito ad una moria di pesci, di uccelli e di molte specie marine in tutto il mondo. Spesso, soprattutto nel caso dei pesci, la causa è da imputare all’inquinamento delle acque nei pressi delle coste, agli errori umani nel caso di perdite di combustibile delle imbarcazioni, o più semplicemente alle attività antropiche più svariate. Altre volte però le cause restano misteriose, specie nel caso di interi stormi di uccelli caduti dai cieli di tutto il mondo.

Sono state avanzate varie cause, tra cui l’inversione dei poli magnetici e l’attività solare. Proprio quest’ultima, secondo una ricerca, potrebbe essere la causa primaria di tale situazione. Le conoscenze scientifiche attuali ci dicono che questi animali utilizzano il campo magnetico terrestre durante le lunghe migrazioni. L’attività solare prossima al picco massimo del ciclo undecennale, avrebbe causato squarci nella nostra magnetosfera, la regione di spazio circostante un corpo celeste, entro la quale il campo magnetico da esso generato domina il moto delle particelle cariche presenti. Il nostro pianeta è protetto da questa sorta di scudo, che non permette alla radiazione solare, composta da nubi di plasma e particelle cariche, di penetrare in superficie.

Questo è parzialmente vero, nel senso che in caso di forti eventi, una parte del flusso di radiazioni può violare questo scudo protettivo. Nel 2008 la Nasa ha rilevato una massiccia violazione nella magnetosfera, permettendo al vento solare di penetrare e causare enormi tempeste geomagnetiche. È noto come alcune città siano rimaste al buio per svariate ore, dal momento che questi eventi creano in primis, danni alle apparecchiature elettriche e ai sistemi di comunicazione.

È noto che le tempeste solari bombardano il nostro pianeta con particelle ad alta carica che possono influenzare la ghiandola pineale negli esseri umani. Il «British Medical Journal» ha pubblicato i risultati che supportano la tesi, che tradotto, significa un minor senso dell’orientamento e casi di mal di testa.

Confrontando però la ghiandola pineale degli esseri umani a quella degli uccelli, si nota una differenza non di poco conto che spiegherebbe le motivazioni per le quali questi ultimi risentano maggiormente di questi fenomeni. Negli esseri umani la ghiandola pineale pesa 2 grammi, ed equivale a meno dell’1% del peso totale del cervello, mentre quella dei piccioni pesa 1,5 grammi, ed equivale al 10% del peso del loro cervello. Facile intuire come gli uccelli abbiano una maggiore sensibilità e di conseguenza una maggiore vulnerabilità alle tempeste solari. Recentemente si è inoltre scoperto che gli uccelli possono vedere il campo magnetico attraverso fotorecettori presenti nei loro occhi, permettendo loro di orientarsi maggiormente durante i voli migratori.

Secondo uno studio riportato su «Science Daily», creature come granchi, squali, salmoni, stelle marine e delfini utilizzano il campo magnetico anche per un secondo scopo oltre a quello migratorio, ossia per localizzare la preda.

Secondo la rivista «National Academy of Sciences», si è scoperto che le piccole cellule ricche di ferro chiamate magnetite, incorporate nei passaggi nasali della trota iridea, sono cento volte più potenti di quanto si pensasse in precedenza, permettendo loro di utilizzare una sorta di bussola all’interno del sistema sensoriale. La recente morte di oltre 40.000 granchi, stelle marine, aragoste, e anemoni in Inghilterra, mette in evidenza gli effetti biologici di una magnetosfera disturbata.

Dato per scontato, come la scienza insegna, che le creature migratorie di tutto il mondo si affidino alla magnetosfera per orientarsi, è facile intuire come la grande sensibilità di questi animali sia decisamente a loro svantaggio in caso di tempeste solari di rilievo.

Mentre ci avviciniamo al massimo dell’attività del ciclo solare di Schwabe, salgono le opportunità per studiare gli effetti che i cambiamenti della magnetosfera possano esercitare sulla nostra biologia e su quella delle altre creature che popolano il nostro pianeta.

(Fonte Accademia Kronos)