L’Associazione scrive al ministro Cancellieri: passato il segno, inaccettabile il silenzio dopo le nuove vittime della stagione venatoria. Intervenga con urgenza
«L’allarme sul pericolo “doppiette” lo avevamo già lanciato alcuni giorni. In quell’occasione avevamo chiesto misure restrittive e più severe per i cacciatori, tra cui un esame di idoneità psicofisica obbligatorio ogni anno per tutti, specie per gli ultrasessantenni. Ma ora, dopo l’ultimo “incidente” che ha ridotto in fin di vita un ragazzo di dodici anni, riteniamo che si sia passato il segno e che il ministro dell’Interno non possa più esimersi dal dare una risposta». Lo dichiara l’Ente nazionale protezione animali che prosegue: «Al ministro Cancellieri, responsabile per la tutela della pubblica incolumità, chiediamo di porre fine al proprio silenzio e, soprattutto, di adottare provvedimenti urgenti per garantire la sicurezza dei cittadini».
Un atto «dovuto», questo, per rendere giustizia a quanti hanno perso la vita a causa delle «doppiette», e a tutti coloro che si sentono giustamente minacciati dalla pericolosità di questa pratica, causata oltre che dall’assenza di controlli psicofisici di chi imbraccia il fucile, anche dalla scarsa vigilanza sul territorio.
Purtroppo, denuncia l’Enpa, i cacciatori non esitano a farsi accompagnare nelle battute di caccia da bambini e ragazzi, con l’obiettivo di spingerli a intraprendere questo «hobby» e, probabilmente, di ringiovanire le file delle «doppiette». Come peraltro testimoniato dalle campagne pubblicitarie di alcune associazioni venatorie che, preoccupate dal continuo e costante calo dei loro soci, tentano un improbabile rilancio promuovendo la caccia tra i giovani e inserendo nei propri manifesti anche immagini di ragazzi con i loro papà.
Ma la caccia non è un gioco. In poche settimane, oltre al ragazzo ridotto in fin di vita nei giorni scorsi, altri cinque bambini sono stati colpiti dalle fucilate; per due di loro non c’è stato nulla da fare. «Il ministro Cancellieri intervenga urgentemente, con decisione e con fermezza – conclude Enpa -. È inaccettabile che ogni anno decine di persone vengano uccise o gravemente ferite per il “gusto” e il macabro “gioco” di uccidere animali».