Lieve aumento dei rifiuti speciali, calano quelli pericolosi

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I rifiuti speciali non pericolosi vengono soprattutto dal settore costruzioni e demolizioni e dalle attività manifatturiere, con percentuali pari, rispettivamente, al 46,2% e 26,4% del totale, mentre alle attività di trattamento dei rifiuti è attribuibile il 20,2% della produzione complessiva, con quasi 26 milioni di tonnellate

In calo i rifiuti speciali pericolosi, in aumento quelli non pericolosi: numeri strettamente legati alla lieve ripresa economica registrata nel 2010, anno di rilevamento della dodicesima edizione del Rapporto Rifiuti Speciali dell’Ispra.
In particolare, la produzione di rifiuti speciali in generale si è incrementata del 2,4% (da 134,6 milioni di tonnellate a 137,9 milioni di tonnellate), dato che risulta strettamente correlato alla limitata ripresa del mercato e dell’industria dopo la crisi del biennio 2008-2009.
Come detto, l’aumento è ascrivibile totalmente alla produzione di rifiuti speciali non pericolosi che, rispetto al 2009, mostra un incremento del 3,1% (circa 3,9 milioni di tonnellate) tornando ai livelli del 2008. La produzione di rifiuti pericolosi presenta, invece, un calo percentuale del 6,3%, pari a quasi 655mila tonnellate. I rifiuti speciali non pericolosi vengono soprattutto dal settore costruzioni e demolizioni e dalle attività manifatturiere, con percentuali pari, rispettivamente, al 46,2% e 26,4% del totale, mentre alle attività di trattamento dei rifiuti è attribuibile il 20,2% della produzione complessiva, con quasi 26 milioni di tonnellate.

Analizzando i soli rifiuti pericolosi, si rileva che il settore manifatturiero ha prodotto circa la metà del totale, esattamente il 47,8%, pari a 4,6 milioni di tonnellate. Il 24,4% è invece attribuibile al settore «servizi, commercio e trasporti», che ricomprende un quantitativo pari a circa 1,7 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso, e il 18,4% proviene dalle attività di trattamento rifiuti. Il 63,8% (2,9 milioni di tonnellate) del quantitativo di rifiuti pericolosi complessivamente prodotto dal settore manifatturiero deriva dall’industria chimica della raffinazione e della fabbricazione di prodotti chimici, di articoli in gomma e in materie plastiche.

Passando alle statistiche dei rifiuti, ripartiti in base alle caratteristiche merceologiche, i rifiuti speciali pericolosi maggiormente prodotti risultano i «Fanghi derivanti dalle acque reflue industriali» con un quantitativo pari a circa 2,4 milioni di tonnellate (24,5% del totale prodotto), seguiti dai «Veicoli fuori uso» con quasi 1,7 milioni di tonnellate (17,3%) e dai «Rifiuti chimici» che rappresentano il 14,0% del totale dei rifiuti pericolosi prodotti, con 1,3 milioni di tonnellate.
I rifiuti non pericolosi maggiormente prodotti risultano invece quelli da «Rifiuti minerali della costruzione e della demolizione», il cui quantitativo ammonta a 35,7 milioni di tonnellate (27,9% del totale di rifiuti non pericolosi). Seguono le «Terre e rocce da scavo» con 15,1 milioni di tonnellate (11,8% del totale), i «Rifiuti metallici ferrosi» con 9,8 milioni di tonnellate (7,7%) ed i «Rifiuti misti da impianti di trattamento dei rifiuti» con quasi 9,6 milioni di tonnellate (7,5%).
Nel 2010, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono stati circa 145 milioni di tonnellate, di cui 133 milioni (il 91,8% del totale) costituiti da rifiuti non pericolosi e i restanti 12 milioni (8,2%) da rifiuti pericolosi.

La forma di gestione prevalente è rappresentata dal recupero di materia, con il 57,5% del totale dei rifiuti gestiti, seguono il trattamento chimico, fisico e biologico, con il 17,2%, lo stoccaggio prima dell’avvio ad operazioni di recupero/smaltimento (14,8%) e lo smaltimento in discarica con l’8,2%. In particolare, nel 2010, i rifiuti non pericolosi avviati alle operazioni di recupero di materia sono stati circa 81,4 milioni di tonnellate: alle operazioni di smaltimento sono stati invece avviati oltre 30 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi (22,6% del totale non pericoloso gestito); lo smaltimento in discarica, con oltre 11 milioni di tonnellate, rappresenta il 37,1% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi smaltiti.
I rifiuti speciali pericolosi vengono avviati soprattutto ad operazioni di smaltimento, che interessano complessivamente 9,5 milioni di tonnellate, circa l’80% del totale gestito. L’operazione di smaltimento maggiormente utilizzata è il trattamento chimico fisico, con circa 7,3 milioni di tonnellate, il 76,3% del totale. Nel 2010, in discarica sono state avviate 777mila tonnellate (8,2%). I rifiuti pericolosi recuperati sia sotto forma di materia sia di energia sono oltre 2 milioni di tonnellate.

In crescita del 19%, rispetto al 2009, la quantità totale di rifiuti speciali esportata (3,8 milioni di tonnellate), provenienti soprattutto da impianti di trattamento dei rifiuti ed inviati principalmente in Germania. Un incremento consistente (+46%) si riscontra anche per l’importazione, che riguarda circa 4,9 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui poco più di 32mila pericolosi. Tale incremento è riconducibile, soprattutto, alla maggiore importazione di rifiuti di natura metallica destinati principalmente alla Lombardia.
Sono 475 le discariche che hanno, nel 2010, smaltito rifiuti speciali; la maggior parte è localizzata al Nord (268 impianti), 74 al Centro e 133 al Sud. Nel 2010 sono state smaltite in discarica circa 12 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, con una riduzione, rispetto al 2009, di quasi il 7%. I rifiuti pericolosi smaltiti in discarica ammontano a oltre 777mila tonnellate (6,5% del totale), di questi il 62,4% viene smaltito in discariche per rifiuti non pericolosi, e solo il 37,6% in discariche per rifiuti pericolosi. I rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto allocati in discarica ammontano a circa 100mila tonnellate (12,9% del totale dei rifiuti pericolosi smaltiti); gli altri rifiuti pericolosi di amianto sono circa 11mila tonnellate.

Gli impianti di incenerimento di rifiuti speciali sono 103, di cui 38 trattano principalmente rifiuti urbani e quantità più modeste di rifiuti speciali. Gli impianti sono localizzati in gran parte al Nord (63), mentre al Sud ne sono presenti 24 ed al Centro 16. Complessivamente, nel 2010, sono stati inceneriti quasi 979mila tonnellate di rifiuti speciali (397mila tonnellate di rifiuti pericolosi e circa 582mila tonnellate di non pericolosi). Rispetto al 2009 si è registrato un incremento del 4% dei rifiuti inceneriti (circa 40mila tonnellate in più), che riguarda prevalentemente i rifiuti speciali non pericolosi (+8%). Riguardo il recupero energetico, infine, nel 2010 gli impianti industriali in esercizio che utilizzano i rifiuti speciali come fonte di energia erano 500. Il quantitativo totale di rifiuti speciali recuperati sotto forma di energia è pari a circa 2,3 milioni di tonnellate, con un aumento, rispetto al 2009, del 2%. Il quadro regionale evidenzia che la maggior parte dei rifiuti speciali recuperati, ben l’81%, è trattato in sole sette regioni: la Lombardia (27%), l’Emilia Romagna (19%), il Piemonte (10%), il Friuli Venezia Giulia con (8%), il Veneto (7%), la Puglia (6%), ed infine l’Umbria (4%).