Camerun – Ambientalisti complici di abusi contro i Baka

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Selcen Kucukustel/Atlas
I Baka del Camerun sudorientale subiscono gravi abusi per mano di squadre anti-bracconaggio sostenute e finanziate dal Wwf.
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Il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, denuncia gravi abusi nei confronti dei «Pigmei» Baka nel Camerun sudorientale per mano di squadre anti-bracconaggio sostenute e finanziate dal Wwf (Fondo mondiale per la natura). Gli indigeni vengono allontanati illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della «conservazione» perché gran parte del loro territorio è stato convertito in aree protette, che includono anche alcune zone destinate ai safari di caccia

Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, denuncia gravi abusi nei confronti dei «Pigmei» Baka nel Camerun sudorientale per mano di squadre anti-bracconaggio sostenute e finanziate dal Wwf (Fondo mondiale per la natura).
I Baka vengono allontanati illegalmente dalle loro terre ancestrali nel nome della «conservazione» perché gran parte del loro territorio è stato convertito in aree protette, che includono anche alcune zone destinate ai safari di caccia.
Anziché occuparsi dei potenti che reggono le fila del bracconaggio organizzato, i guardaparco e i soldati perseguitano i Baka, che cacciano solamente per sfamare le loro famiglie.
I Baka e i loro vicini, accusati di bracconaggio, subiscono arresti, pestaggi e torture. Molti Baka raccontano di amici e parenti morti a causa delle percosse.
Il ministro delle Foreste e della Fauna del Camerun, che recluta i funzionari forestali, è finanziato dal Wwf. Il Wwf, inoltre, fornisce alle guardie assistenza tecnica, logistica e materiale. Senza questo sostegno, le squadre anti-bracconaggio non potrebbero operare.

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Gli standard delle Nazioni Unite impongono a qualsiasi azienda di impedire o mitigare l’eventuale «impatto negativo sui diritti umani collegato alle sue operazioni», anche se non vi ha contribuito; nonostante il ruolo cruciale che gioca nell’industria della conservazione, il Wwf sembra però restio a riconoscere le proprie responsabilità. Sebbene le prove dimostrino che le squadre anti-bracconaggio abbiano violato gravemente i diritti dei Baka, il Wwf continua a fornire il suo determinante sostegno.
A causa della perdita della loro terra e delle sue risorse, molti Baka denunciano un grave peggioramento del loro stato di salute e un aumento di malattie come la malaria e l’Hiv/Aids. Inoltre, hanno paura ad andare nella foresta, che per innumerevoli generazioni ha fornito loro tutto ciò di cui avevano bisogno.

«Un tempo, la foresta era per i Baka, ora non lo è più. Ci muovevamo nella foresta secondo i cigli stagionali, ma adesso abbiamo paura – ha spiegato a Survival un uomo Baka -. Come possono proibirci di andare nella foresta? Non sappiamo come vivere diversamente. Ci picchiano, ci uccidono e ci costringono a fuggire in Congo».
«I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale. Conoscono le loro terre e ciò che accade su di esse meglio di chiunque altro – ha dichiarato il Direttore generale di Survival, Stephen Corry -. Se vogliamo che la conservazione funzioni, le organizzazioni conservazioniste come il Wwf devono rispettare la legge internazionale, proteggere i diritti dei popoli indigeni sulle loro terre, chiedere a loro qual è il tipo di aiuto di cui hanno bisogno per proteggere l’ambiente, ascoltarli ed essere poi pronti a sostenerli il più possibile. In tema di conservazione, è necessario un radicale cambiamento di mentalità».

Note

– «Pigmei» è un termine collettivo usato per indicare diversi popoli cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo e di altre regioni dell’Africa centrale. Il termine è considerato dispregiativo e quindi evitato da alcuni indigeni, ma allo stesso tempo viene utilizzato da altri come il nome più facile e conveniente per riferirsi a se stessi. Altre informazioni sull’argomento a questo indirizzo: www.survival.it/chisiamo/terminologia
– Survival ha presentato un’interrogazione alla Commissione nazionale del Camerun per i Diritti Umani e le Libertà sollecitando un’indagine su queste violazioni.
– Molti Baka (come la donna che parla nel video) si riferiscono alle squadre anti-bracconaggio con il termine di «dobi-dobi» (Wwf), poiché non fanno distinzioni tra il Wwf e il Ministero camerunense alle Foreste e alla Fauna.

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