Bocciato, carente, inquinante e in parte non autorizzato

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Non è un tubo interrato, inadempiente in alcuni punti secondo Ispra e Arpa Puglia. Inoltre Arpa Puglia afferma che lo studio della Tap è carente nella valutazione degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico riconducibile agli inquinanti PM10, Monossido di Carbonio, Ossido e Biossido di Azoto emessi sia nella fase del cantiere sia in quella di esercizio

Parliamo del Trans Adriatic Pipeline (Tap) che in questi giorni sta facendo tanto discutere e agitare gli animi di coloro i quali vedono quest’opera inutile e dannosa per l’ambiente e lo sviluppo sociale e lo facciamo per step…

Elementi identificativi del Tap

Il Tap è il progetto per la realizzazione di un gasdotto che trasporterà gas naturale dalla regione del Mar Caspio in Europa. Collegando il Trans Anatolian Pipeline (Tanap) alla zona di confine tra Grecia e Turchia, attraverserà la Grecia settentrionale, l’Albania e l’Adriatico per approdare sulla costa meridionale italiana e collegarsi alla rete nazionale.
I lavori di costruzione del gasdotto sono iniziati nel 2016 e a realizzazione completata l’opera costituirà il collegamento alle risorse di gas dell’area del Mar Caspio, aprendo il Corridoio Meridionale del Gas, una catena lunga 4.000 chilometri, che si snoderà dal Mar Caspio all’Europa attraversando sette Paesi e prevedendo progetti energetici per un investimento complessivo di circa 45 miliardi di dollari che comprende:
– Seconda fase di sfruttamento del giacimento di Shah Deniz, realizzazione dei pozzi e produzione di gas offshore nel Mar Caspio;
– Espansione dell’impianto di lavorazione del Terminale di Sangachal, sulla costa caspica in Azerbaijan;
– Tre gasdotti:
Sud Caucasico (Scpx) – Azerbaijan, Georgia
Trans Anatolico (Tanap) – Turchia
Trans Adriatico (Tap) – Grecia, Albania, Italia
– Espansione della rete italiana di trasmissione del gas;
– Possibili ulteriori connessioni a reti del gas in Europa Occidentale, Centrale e Sudorientale.
Il progetto Tap annovera tra i suoi azionari le società del settore energetico Socar, Snam, BP, Fluxys, Enagás ed Axpo.

Elementi strutturali del Tap

Il Tap partirà in prossimità di Kipoi, al confine tra Grecia e Turchia e proseguirà la sua corsa sulla terra ferma, attraversando la Grecia Settentrionale, nel suo tratto più lungo, muovendo in direzione ovest attraverso l’Albania fino ad approdare sul litorale Adriatico.
Il tratto sottomarino inizierà in prossimità della città Albanese di Fier e attraverserà l’Adriatico per connettersi alla rete italiana di trasporto del gas in Salento.
Un percorso lungo 878 chilometri, di cui 550 chilometri in Grecia; 215 chilometri in Albania; 105 chilometri nell’Adriatico e 8 chilometri in Italia, che toccherà la massima altitudine a 1.800 metri tra i rilievi albanesi e la massima profondità a 820 metri sotto il livello del mare.
In Italia il Tap approderà in Salento e più precisamente nel comune di Melendugno, in prossimità di San Foca. La condotta sottomarina attraverso le acque territoriali italiane misurerà circa 25 chilometri.
Le sezioni onshore di Tap misureranno complessivi 773 chilometri.
Le strutture visibili del progetto comprenderanno due stazioni di compressione una vicino Kipoi, in Grecia, e l’altra lungo il litorale albanese, vicino Fier e serviranno a trasportare il gas attraverso il gasdotto; le valvole di intercettazione collocate a una distanza di 30 chilometri l’una dall’altra, lungo il gasdotto, per arrestare il flusso in sede di manutenzione ordinaria o in caso di emergenza e il terminale di ricezione in Italia.
Il tratto offshore avrà una lunghezza di 105 chilometri tra Fier in Albania e la Puglia.
Il gasdotto avrà una capacità iniziale di trasporto di circa 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno e, con l’aggiunta di altre due stazioni di compressione, la quantità trasportata potrebbe essere duplicata fino a 20 miliardi di metri cubi.

Il gas naturale in Europa

Il gas naturale serve per soddisfare la domanda energetica nel lungo periodo diversificando gli approvvigionamenti in un contesto europeo che vede collegamenti già esistenti con Russia, Africa e mare del Nord.

Iter approvativo di Tap

– Gennaio, 2003 – Esecuzione dello studio di prefattibilità;
– gennaio, 2006 – L’indagine condotta dalla ex Egl svizzera (attuale Axpo) conferma la fattibilità tecnica, economica e ambientale del progetto;
– marzo, 2007 – Si conclude la fase di ingegneria di base di Tap, comprensiva di prospezione dei fondali e valutazioni preliminari di impatto ambientale;
– marzo, 2007 – Nasce Tap AG
– gennaio, 2008 – Tap avvia la fase di Progettazione Ingegneristica di Front-End (Feed);
– febbraio, 2012 – Tap viene scelto dal Consorzio Shah Deniz come rotta prioritaria verso l’Italia;
– agosto, 2012 – Viene sottoscritto un accordo con i soci di Shah Deniz che prevede la partecipazione al finanziamento e un’opzione per rilevare fino al 50% del capitale di Tap;
– novembre, 2012 – L’azionariato Tap e i soci di Shah Deniz, Socar, BP e Total, sottoscrivono un Patto Parasociale per regolare la joint venture Tap, qualora il progetto venga scelto da Shah Deniz nel 2013;
– febbraio, 2013 – I governi di Albania, Grecia e Italia firmano l’Accordo Intergovernativo trilaterale (Iga) a sostegno di Tap;
– marzo, 2013 – Tap ultima la fase di Progettazione Ingegneristica di Front-End (Feed);
– aprile, 2013 – Tap riceve il via libera ambientale in Albania;
– aprile, 2013 – Il governo albanese ratifica l’accordo (Hga) siglato con Tap;
– giugno, 2013 – Il Consorzio Shah Deniz firma la Decisione Finale di Investimento relativa alla Fase 2 del progetto;
– novembre, 2013 – L’azionariato Tap adotta la Risoluzione a Costruire;
– dicembre, 2013 – Il Consorzio Shah Deniz sceglie Tap come rotta preferenziale per il trasporto del gas azero in Europa;
– dicembre, 2013 – Il governo Greco ratifica l’accordo (Hga) siglato con Tap;
– aprile, 2014 – Tap rilancia le procedure di procurement a seguito della revisione di strategia e tabella di marcia;
– luglio, 2015 – Inizio dei lavori di costruzione e adeguamento di rete viaria e ponti in Albania per l’accesso ai cantieri;
– Inizio 2016 – Aggiudicazione dei contratti di appalto completata;
– maggio, 2016 – Cerimonia di avvio dei lavori di costruzione di Tap, Salonicco, Grecia;
– 2018 – Il Consorzio Shah Deniz prevede le prime vendite di gas in Georgia e Turchia. Le prime forniture in Europa, attraverso Tap, sono previste a distanza di un anno circa.

La costruzione del gasdotto in Italia

Il punto di approdo del gasdotto in Italia sarà San Foca, Marina di Melendugno, in Provincia di Lecce. In prossimità del litorale italiano, la condotta sottomarina, dopo aver attraversato l’Adriatico, passerà sotto la costa attraverso un microtunnel di approdo dedicato, lungo 1,5 chilometri, che verrà scavato da terra, a circa 700 metri dalla spiaggia nell’interno e uscirà in mare a circa 800 metri, ad una profondità di 25 metri.
La lunghezza complessiva della condotta interrata in territorio italiano sarà di circa 8 chilometri con una valvola di intercettazione in prossimità del punto di approdo e un Terminale di Ricezione (Prt) nel comune di Melendugno (LE), a 8,2 chilometri dalla costa. Il Terminale di Ricezione (Prt – Pipeline Receiving Terminal) costituirà il centro di supervisione e controllo dell’intero gasdotto Tap.

Iter normativo italiano

Il ministro dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare (Mattm) con il decreto ministeriale (Dm) n. 223 dell’11 settembre 2014 ha rilasciato la Valutazione di impatto ambientale (Via) sul progetto di realizzazione del gasdotto Tap e con delibera del 10 settembre 2014 il consiglio dei Ministri ha fatto propria la posizione del Mattm ed ha superato il parere negativo del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, nonché le note con cui il Mattm aveva sospeso la procedura per circa un anno.
Il Comune di Melendugno e la Regione Puglia hanno impugnato il decreto avviando il ricorso introduttivo del giudizio di primo grado.
La IV Sezione del Consiglio di Stato ha dato il via libera alla realizzazione del Tap con una sentenza che ha respinto gli appelli nei confronti della sentenza del Tribunale amministrativo regionale (Tar) sul Tap circa l’Autorizzazione unica rilasciata a Tap il 20 maggio 2015 e sull’applicazione della direttiva Seveso sugli incidenti rilevanti.

Le prescrizioni nella procedura di Via

L’agenzia per la protezione ambientale (Arpa) Puglia e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) bocciano Tap in merito alla prescrizione A.41 imposta dal Dm 223/2014, secondo la quale la società deve «assicurare la congruità del progetto con le tutele poste in essere nei siti della Rete Natura 2000, presenti in prossimità delle aree d’intervento a terra».
Quello che viene imposto è una serie di misure finalizzate a preservare e a tutelare gli habitat faunistici.
La documentazione esaminata consiste in tre documenti: «Progetto di Monitoraggio Ambientale», «Salvaguardia delle Specie Faunistiche», «Congruità del progetto con le tutele poste in essere nei siti Rete Natura 2000».
Una prescrizione che secondo Arpa e Ispra non è ottemperata in due punti: a) relativamente all’avifauna nella zona onshore del microtunnel, del Prt e della pista di lavoro e b) dove risulta incompleto il censimento delle specie risultante dalla documentazione Tap (fonte).
La Regione Puglia non ha rilasciato l’autorizzazione per l’ottemperanza della prescrizione A.44 relativa allo spostamento degli ulivi. L’intervento di espianto di ulivi è di fatto non autorizzato.

Inquinamento e Tap

Arpa Puglia afferma che lo studio della Tap è carente nella valutazione degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico riconducibile agli inquinanti PM10, Monossido di Carbonio, Ossido e Biossido di Azoto emessi sia nella fase del cantiere sia in quella di esercizio.
Manca l’identificazione della popolazione residente nelle immediate vicinanze dell’opera e potenzialmente esposta, una descrizione dello stato di salute della popolazione in termini di mortalità per cause associabili agli agenti inquinanti, una valutazione dell’impatto sanitario attribuibile all’incremento delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera, la valutazione di ciò che accadrebbe in caso di emergenza dell’impianto.
Un’incidenza dell’inquinamento prodotto dall’opera anche da parte di inquinanti come l’anidride carbonica, il benzoapirene, i composti organici volatili (fonte).
Melendugno rappresenta il fine corsa del Tap e vedrà sorta la centrale di circa 13 ettari nella periferia agricola, tra quattro comuni in cui abitano più di 30.000 persone con abitazioni presenti a meno di 500 metri dalla centrale dove si andranno a maneggiare e a bruciare gas con conseguente emissione di sostanze inquinanti.

Sull’opera ha parlato il prof. Dino Borri, Professore ordinario di Tecniche e pianificazione urbanistica del Dipartimento di ingegneria civile e architettura del Politecnico di Bari… 

I «No Tap» protestano contro la realizzazione del gasdotto.