Buone pratiche, attenzione al suolo… non è rinnovabile

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La Fondazione pubblica 10 macrodescrittori per ottenere l’etichetta di certificazione

Solo su «Villaggio Globale» è possibile consultare le modalità da rispettare per poter accedere alla richiesta dell’etichetta. Il grande impegno della Fondazione di Partecipazione delle Buone Pratiche. Oltre alla lettura che offriamo, gli interessati possono anche scaricare il Pdf

Che cos’è una Buona Pratica e come la si può valutare per distinguerla dalle tante cattive, tinteggiate di buono?

Ci prova la Fondazione di Partecipazione delle Buone Pratiche, sorta poco più di un anno fa col preciso scopo di creare addirittura un’etichetta che certifichi la corrispondenza di una pratica a rigorosissimi parametri di valutazione.

Abbiamo seguito l’iniziativa passo dopo passo, dalla sua prima presentazione all’assegnazione della prima etichetta e via via alle altre assegnazioni. Ora, per meglio rendere fruibile l’iniziativa, la Fondazione pubblica i «Manifesti», in pratica descrizione delle pratiche per raggiungere i vari obiettivi.

Basato su 10 macrodescrittori (definiti «Manifesti»), a loro volta articolati in sottoparametri, il processo di verifica spazia da rigorosi criteri di sostenibilità ecologica e sociale, alla valutazione dei servizi ecosistemici forniti, dagli effetti sulla biodiversità, alle politiche interne aziendali, dagli effetti sul clima al benessere umano a animale che caratterizzano la pratica sottoposta ad esame.

«Villaggio Globale», in 10 puntate, ospita la descrizione di tali parametri e i criteri di valutazione adottati dagli esperti della Fondazione.

Oggi si parla di Suolo. Oltre alla lettura che offriamo, gli interessati possono anche scaricare il Pdf.

Fondazione buone pratiche

MANIFESTO N. 4

BUONA PRATICA SUOLO E SERVIZI ECOSISTEMICI

Il suolo, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è la più preziosa risorsa non rinnovabile che abbiamo; oltre al cibo e ai materiali biologici, fornisce un complesso di servizi chiamati «ecosistemici», che vanno salvaguardati come una delle ricchezze collettive indivise che la natura ci offre. Un bene comune, che i proprietari o i detentori di terreni dovrebbero sempre ricordare, come anche il fatto che non si possiede veramente qualche cosa che esiste da millenni e, senza che nessuno lo distrugga, è destinato a esistere ancora millenni dopo di noi. Se ne è solo temporanei custodi, non padroni assoluti.

Di seguito abbiamo raccolto le principali regole di buona pratica nella gestione del suolo che devono essere rispettate da chi ambisce alla nostra etichetta.

Consumo di suolo permanente o durevole minore o uguale a 0

Spiegazione del requisito: Non deve esserci consumo di superfici e volumi di suolo, in forma definitiva o di lunga durata, che superi pari superfici/volumi di suolo eventualmente ripristinato nelle sue funzioni ecologiche.

Incremento della frazione organica naturale

Spiegazione del requisito: nella pratica, si applicano tecniche agronomiche e di fertilizzazione che portano ad un incremento della frazione organica del suolo fino a livelli ottimali, grazie all’esclusivo impiego di biomasse naturali esenti da composti xenobiotici ea composizione compatibile col suolo in gestione.

Reimpiego biomasse

Spiegazione del requisito: Si applica la pratica di incremento della frazione organica del suolo impiegando al massimo le biomasse eventualmente di risulta dalla propria attività, modulando i processi che le generano in maniera che esse siano compatibili col suolo in gestione.

Esclusione chimica di sintesi e OGM

Spiegazione del requisito: è assente l’uso di prodotti della chimica di sintesi e di OGM o affini.

Bilancio della copertura vegetale neutro o incrementato

Spiegazione del requisito: la pratica non riduce la copertura vegetale del suolo ma semmai la incrementa, indipendentemente dalla parificazione o incremento dei servizi ecosistemici complessivi.

Incremento capacità drenanti

Spiegazione del requisito: l’attuazione della pratica comporta un aumento della capacità drenante del suolo, indipendentemente dalla parificazione o incremento dei servizi ecosistemici complessivi.

Compensazione omospecifica della eventuale perdita dei servizi ecosistemici

Spiegazione del requisito: l’eventuale perdita di servizi ecosistemici per alterazione delle originali funzioni del suolo è compensata con pari incremento degli stessi servizi forniti dal suolo nello stesso ambito di pertinenza.

Note: Non valgono compensazioni in servizi diversi o di tipo economico.