L’Italia ancora senza una legge sul clima

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La Legge italiana, recependo la Climate Law europea, dovrà definire dei target climatici vincolanti a breve, medio e lungo termine

Si è svolto a pochi giorni dalla chiusura della Cop26 a Glasgow, la Conferenza nazionale sul clima, il principale appuntamento di #ItalyforClimate per fare ogni anno il punto sui progressi realizzati dal Paese nel percorso verso la neutralità climatica e per discutere le strategie da mettere in campo per raggiungere gli obiettivi climatici.

L’edizione 2021 della #conferenzaclima21 si è svolta in modalità virtuale in due sessioni distinte, una istituzionale e una di approfondimento tecnico, e ha coinvolto anche quest’anno i rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e tutti i principali stakeholder nazionali.

Durante la Sessione istituzionale,

si è affrontato il tema di «una legge per la protezione del clima in Italia» con un’Italia che non è ancora sulla strada giusta per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi e rispondere alla chiamata della recente Cop26. Si è quindi discusso con i rappresentanti delle istituzioni e della società civile la proposta di introdurre anche in Italia, come già successo in Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, una Legge per la protezione del clima che affronti e risolva alcuni nodi cruciali, fra cui la necessità di aggiornare e rendere legalmente vincolanti nuovi target nazionali in linea con il percorso verso la neutralità carbonica ed il coinvolgimento attivo di Regioni ed Enti locali nel processo di decarbonizzazione.

Nella Sessione tecnica,

si è invece affrontato il nodo sulla necessità di creare «una Roadmap per la neutralità climatica dell’Italia» che certamente rappresenta un percorso ambizioso con il traguardo sfidante della neutralità climatica che richiede un percorso chiaro, efficace e condiviso. Ma non esistono percorsi e soluzioni uniche adatte per tutti ed è per questo che la Roadmap di Italy for Climate è stata declinata in percorsi settoriali (per industria, trasporti, edifici, agricoltura, generazione elettrica) con specifici target climatici ed energetici e proposte di intervento.

E nella presentazione Edo Ronchi, Proposta-di-legge-per-la-protezione-del-clima-in-Italia-dicembre-2021.pdf Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile dal 2008, ha spiegato il perché serva una legge per la protezione del clima anche in Italia…

Bene, perché il Patto di Glasgow per il clima, approvato alla Cop26, pur con i suoi limiti, confermando l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale, rispetto ai livelli preindustriali, chiede di «rivedere e rafforzare» gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022. Inoltre serve una legge in Italia, per recepire i nuovi target climatici europei e rivedere e aggiornare quelli adottati in Italia con il Piano nazionale per l’energia e il clima (Pniec) pubblicato nel gennaio 2020 ma fondamentalmente perché all’Italia serve cambiare passo visto che nei 30 anni passati si sono ridotte le emissioni di 100 Mton di CO2 eq mentre nei prossimi 10 si dovrà avere una riduzione di circa 200 Mton per essere in linea con il nuovo target europeo e con l’Accordo di Parigi.

Ora la Legge italiana, prosegue Ronchi, recependo la Climate Law europea, dovrà definire dei target climatici vincolanti a breve, medio e lungo termine.

In particolare per le emissioni nette di gas serra viene proposto un percorso di riduzione rispetto al 1990 con -55% al 2030 (media decennio 17 MtCO2eq/anno), -80% al 2040 (media decennio 13 MtCO2eq/anno), -100% al 2050 (media decennio 11 MtCO2eq/anno).

Si dovranno definire dei tetti massimi ad assorbimenti/cattura di CO2 che andranno a compensare le emissioni lorde non abbattibili e per centrare il target al 2030 sarà necessario ridurre i consumi energetici di circa il 15% rispetto al 2019 e raddoppiare le rinnovabili portandole ad almeno il 40% del consumo finale lordo. Le rinnovabili elettriche dovranno raggiungere il 70% della produzione nazionale, le rinnovabili termiche almeno il 40% del fabbisogno di calore e quelle del settore trasporti almeno il 18% del consumo finale (tramite biocarburanti ed elettrificazione).

Inoltre, bisognerà fissare target nei principali settori da verificare annualmente da parte dei Ministeri competenti, rafforzare normativamente l’accelerazione delle misure climatiche, coinvolgere ed impegnare tutte le regioni e i comuni.

La Legge per la protezione del clima dovrà ancora diffondere l’adozione di Piani e misure comunali e regionali di adattamento, rafforzare l’uso di strumenti economici e fiscali per sostenere la transizione climatica, aumentare le risorse destinate alla ricerca e all’innovazione per il clima, istituire un organismo di valutazione dell’impatto sulle emissioni di gas serra della legislazione e delle misure attuative.

 

Elsa Sciancalepore