Ritornano le giornate di geologia e storia
Fiore: «Nel corso del 2020 si sono verificate 15 frane e 8 alluvioni che hanno causato vittime … ci sono stati nel 2020 12 morti, 1 disperso, 19 feriti e 3.078 evacuati e senzatetto per eventi naturali. E il Cnr ci ricorda che nel periodo 1970-2019 in Italia sono morte 1.670 persone per frane e alluvioni risultando disperse 60. E i numeri diventano preoccupanti quando si parla di oltre 320.000 evacuati e senzatetto per frane»
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la Società geografica italiana e la Società italiana di geologia ambientale (Sigea) propongono le sei giornate del secondo ciclo di seminari divulgativi e scientifici, che costituiranno un corso di formazione, riguardanti i rischi naturali, la ricerca storica e l’evoluzione del paesaggio.
Le Giornate di geologia e storia sono state organizzate per fare il punto sull’attuale stato delle conoscenze riguardo le varie tematiche proposte ed in particolare, si propongono di focalizzare l’attenzione sull’importanza dell’analisi delle fonti storiche e cartografiche per lo studio dei fenomeni naturali.
Si comincia con il tema «Ghost cities: la città fantasma tra storia e geologia» per poi passare alla «Geoantropologia e geomitologia: leggende, tradizioni popolari e mito» e poi ancora analizzare «Le grandi aree urbane: note di archeologia, storia e geologia» e a seguire comprendere l’«Utilizzo delle fonti geostatiche, per la ricostruzione delle variazioni climatiche». Le giornate quindi si chiudono con l’analisi de «I grandi fenomeni naturali che hanno cambiato la storia» e «I mari le coste le infrastrutture marittime: evoluzione geomorfologica e trasformazioni storiche».
Antonello Fiore, Presidente della Sigea dichiara come «dopo i sei incontri della prima edizione 2019-2020, iniziata con eventi in presenza e conclusasi con eventi in remoto a causa della pandemia, con l’Ispra e la Società geografica italiana, che ringrazio per la disponibilità e il grande lavoro organizzativo e scientifico svolto insieme alla Sigea-APS, abbiamo deciso di riproporre una seconda edizione con altri sei incontri programmati fino a dicembre 2022. Quando un fenomeno naturale si trasforma in rischio, e questo succede spesso nel nostro Paese con vittime e danni al sistema socio economico, sembra di cogliere nella classe politica un senso di stupore e smarrimento. Le autorità cercano di addossare la responsabilità dell’accaduto non a una mancata prevenzione ma a situazioni di forza maggiore. Una volta si parlava di “natura matrigna” e “fatalità”, oggi è tutta colpa del “cambiamento climatico”, senza ammettere che la maggior parte degli effetti del cambiamento climatico sono dovuti ad una mancata corretta pianificazione e a una quasi assente prevenzione».
Proseguendo Fiore ammette come «la mancata percezione e mancata prevenzione degli effetti negativi dell’interferenza dell’evoluzione naturale del territorio, con i suoi fenomeni di piccole, medie e grandi proporzioni, con le nostre urbanizzazioni, le infrastrutture e le attività produttive è un grave problema che incide profondamente sul mancato equilibrio tra dinamiche naturali e sostenibilità dello sviluppo che ha effetti diretti sulle disparità socio-ambientali. Basta ricordare che nel corso del 2020 si sono verificate 15 frane e 8 alluvioni che hanno causato vittime. Nella bella Italia, anestetizzata dal Covid-19, ci sono stati nel 2020 12 morti, 1 disperso, 19 feriti e 3.078 evacuati e senzatetto per eventi naturali, senza contare i danni alle infrastrutture ai servizi e al sistema economico-produttivo. E il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ci ricorda che nel periodo 1970-2019 in Italia sono morte 1.670 persone per frane e alluvioni risultando disperse 60. E i numeri diventano preoccupanti quando si parla di oltre 320.000 evacuati e senzatetto per frane».
Per ricordare quanto sia importante la corretta pianificazione e la costante prevenzione il 13 ottobre si celebra la Giornata internazionale per la riduzione del rischio di catastrofi, giornata istituita nel 1989 dopo un forte appello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per l’istituzione di una giornata che promuovesse una cultura globale della consapevolezza del rischio e della riduzione dei disastri.
È ben evidente che per ridurre il rischio bisogna ridurre l’esposizione delle attività antropiche ai pericoli naturali. Un forte terremoto nel deserto ha rischio zero, una imponente alluvione in un’area non occupata dall’urbanizzazione ha rischio zero… È evidente che abbiamo occupato con le nostre opere e le nostre attività spazi interessati da eventi naturali. E in questo, prosegue Fiore «gli eventi storici ci possono aiutare a comprendere le cause e gli effetti di un rapporto tra umanità e dinamiche naturali non sempre in equilibrio ed è per questo che mi sento di ringraziare i tanti ricercatori e studiosi che mettono a disposizione della comunità i loro dati, le loro ricerche e le loro analisi, informazioni queste che devono essere prese in considerazione dai decisori ai vertici degli organi amministrativi e politici».
Il primo evento in programma è il 16 dicembre ed è dedicato alle Ghost Cities ovvero ai borghi d’Italia abbandonati, piccoli centri o borghi nel territorio italiano svuotati in tempi storici per cause naturali che pur costituendo un’enorme ricchezza per il patrimonio culturale, per la loro storia, per le strutture urbanistiche di pregio ma anche perché essi stessi rappresentano degli indicatori ambientali della vulnerabilità del territorio italiano sono, di fatto, realtà poco conosciute e per nulla pubblicizzate. E nella tarda mattinata del 16 dicembre è organizzata una tavola rotonda moderata dalla direttrice del Servizio geologico dell’Ispra, Maria Siclari, dal titolo «Da pericoli naturali a rischi: azioni di mitigazione e resilienza», un momento di confronto dove poter sentire la voce dei politici ma anche di chi si occupa sul campo di previsione e prevenzione, chi prende le decisioni di pianificazione territoriale sovraordinata, chi entra nel merito della programmazione per uno sviluppo sostenibile del Paese ed è di supporto ai decisori politici.
Elsa Sciancalepore