Verrà il futuro e avrà il volto di oggi

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Il gioco è finito

Il sogno è finito, è «svampato». In più di 40 anni ci hanno preso in giro, di promessa in promessa, non hanno messo mano a nessun cambiamento di stile di vita e come potranno farlo ora che stiamo lottando per evitare il punto di non ritorno? Ecco l’unica soluzione possibile…

Si può dire qualcosa di nuovo sul fatto che siamo in mezzo ai cambiamenti climatici? Si può dire che la politica ha fatto flop, prigioniera dell’economia di mercato e dell’ignoranza. Si può dire che le proposte avanzate dai governanti nostrani sono rivelatrici della non conoscenza dei problemi, dell’influenza delle lobby, del becero calcolo dei voti che gioca sull’ignoranza pilotata dei cittadini votanti.

Ma fino ad ora non c’è nulla di nuovo, sono cose dette e ridette ormai da anni e anni come l’abbassare le tasse, creare posti di lavoro, eliminare l’evasione fiscale ecc. ecc.

E, a ben guardare, di riffa o di raffa, tutti quelli che parlano hanno le mani in pasta da tempo e, quindi, avrebbero ben potuto dimostrare le loro capacità innovative. Ma non è avvenuto.

E perché i cittadini, consapevoli di quanto detto, non reagiscono a questa palese incapacità di governare? Perché il regno dell’ignoranza è vasto e affollato. Siamo un paese di ignoranti, è evidente.

E qui si accendono le corse per scoprire di chi è la colpa. Ma perché se ti viene data un’informazione e poi tu non dai corso all’azione la colpa è della scuola, del governo, degli amici?

«Pulisci davanti a casa tua e tutta la città sarà pulita» recita un antico detto il che vuol dire che il problema non è poi nuovo.
E allora? ci teniamo il caldo soffocante, gli allagamenti urbani, gli incendi, le frane e sfoghiamo la nostra rabbia contro il potere? e se il potere ci obbliga ad un cambiamento ci sono schiere di cittadini «politicizzati» pronti a gridare al totalitarismo strisciante (Covid insegna!).

E che faccio con il clima che sta rubando il futuro a intere generazioni? Chi fa da sé fa per tre, non devo aspettare che il fango o altro mi arrivi alla gola ma devo rimboccarmi le maniche e iniziare a dare il mio contributo, nella mobilità, nell’alimentazione, nelle scelte dell’abbigliamento e delle vacanze, nel rispettare il lavoro di tutti.

Un esempio? La spiaggia è sporca? non ci sono i bidoni o non sono stati svuotati? che senso ha lasciare la busta dei rifiuti accanto al bidone stracolmo? Non c’è altra scelta che riportarla a casa. Che sarà una busta a fronte di quello che ho portato e mangiato? Basta fare un piccolo calcolo di quanti bagnanti si sono avvicendati nella giornata e moltiplicarlo per i giorni di una settimana e si vede la montagna che si produce…

Voi direste: e il Comune che ci sta a fare? E allora ricominciamo: «Pulisci davanti a casa tua e tutta la città sarà pulita», eh sì, il punto è questo: qual è casa mia? tutto parte da qui.

Da quando sono scomparsi i punti di riferimento ideologici, compresa la religione, quella seria che pone domande e cerca di dare risposte, che si evolve con il progredire delle esigenze dell’uomo, da quel momento tutto è evaporato. Una sorta di fine dell’anno scolastico, tutti liberi.

Ma la notizia che cercavamo all’inizio? c’è e l’abbiamo detta. Non l’avete notata? allora lo ripeto: «Non c’è più niente da fare, ma è stato bello sognare…».

Questa è la notizia e da qui dobbiamo partire. Il sogno è finito, è «svampato». In più di 40 anni ci hanno preso in giro, di promessa in promessa, non hanno messo mano a nessun cambiamento di stile di vita (vi ricordate quando ce lo raccomandavano?) e come potranno farlo ora che stiamo lottando per evitare il punto di non ritorno? Ormai per i ghiacciai non c’è più niente da fare, il mare continua a riscaldarsi, le specie viventi stanno morendo, i fenomeni estremi hanno messo in ginocchio popolazioni, nazioni e assicurazioni, malattie dilagano e ne vedremo sempre di nuove (e l’Ipcc l’aveva detto).

La stessa economia, che pensava con la globalizzazione di allargare a dismisura il suo guadagno, sta miseramente arrancando e solo in pochi se ne avvantaggiano. Le guerre aumentano alimentate dagli egoismi crescenti come, anche qui, in un clima da fine del mondo. Eh sì, perché ognuno continua a credere che ce la farà… e non hanno realizzato che per certe cose «ci vuole un fisico bestiale…».

Un fisico fatto di tanta forza contro se stessi, contro l’egoismo e la voglia di possesso che ci dominano, contro l’idea della supremazia umana sugli altri esseri viventi. Un’idea religiosa che solo da pochi anni la Chiesa sta correggendo. All’Earth summit di Rio de Janeiro la Chiesa era stata precisa nell’esporre la sua posizione. Il nunzio apostolico mons. Renato Martino disse che «il Creatore ha posto l’essere umano al centro della creazione e lo ha reso responsabile, non despota, del mondo che lo circonda». Un piccolo passo che solo con Papa Francesco si completa.

Quindi la notizia, piaccia o non piaccia, è che la delega del nostro futuro alla politica, alla scienza, alla fede è scaduta per sempre. Ora o si cambia o si perisce. E ho detto ora non domani.

Le lezioni della storia che non si sono volute leggere e applicare sono state chiare: la violenza non ha mai risolto nulla. Deponete le armi mentali e fisiche e trasformiamoci da custodi a pari creature di questo nostro ancora meraviglioso pianeta.

 

Ignazio Lippolis