Ma l’acceleratore del Cern non funzionerà e non serve…

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Polemica sull’utilità scientifica di tale struttura. Non tutta la comunità scientifica concorda con l’enorme passo in avanti fatto dal punto di vista teorico da Santilli, che è riuscito, tra l’altro, a generalizzare la stessa teoria della Relatività Generale

La nostra redazione ha ricevuto recentemente uno scambio di email fra il professor Raul Perez-Enriquez e il professor Ruggero Maria Santilli in merito agli esperimenti che il Cern ha avviato lo scorso mese nei laboratori di Ginevra del Lhc (Large Hadron Collider). Alla domanda del professor Perez-Enriquez su quale fosse l’opinione di Santilli, questi ha risposto evidenziando come, dal suo punto di vista, questi esperimenti abbiano ben poco valore scientifico e molto più valore politico.
I toni della risposta del prof. Santilli sono molto forti, noi abbiamo voluto approfondire il dibattito rivolgendoci al professor Giuseppe Quartieri, Fisico dei sistemi complessi, docente in varie università internazionali e nazionali.

Professor Quartieri, riuscirebbe a dare, a noi profani, un breve inquadramento del professor Santilli nel panorama della Fisica internazionale?
«Il prof. Ruggero Santilli, in quasi trent’anni, ha elaborato una teoria cosiddetta ?Meccanica Adronica? che supera ed integra la Meccanica Quantistica, basandosi sulle Algebre di Sophus Lie, grandissimo matematico norvegese. Non tutta la comunità scientifica concorda con l’enorme passo in avanti fatto dal punto di vista teorico da Santilli, che è riuscito, tra l’altro, a generalizzare la stessa teoria della Relatività Generale. La nuova matematica inventata (o scoperta) da Santilli parte da una considerazione molto semplice concernente la necessità di includere nell’algebra elementare non solo l’unità zero (0) e l’unità (1) positiva, ma anche l’unità negativa (-1).
«Di primo acchito sembra una banalità ma non lo è. Basti pensare alle algebre di Boole che si basano solo sulle due unità logiche (0,1) per costruire tutto il palazzo delle logiche binarie, su cui si basa il funzionamento dei calcolatori».

Cosa implica questa inclusione, da un punto di vista della Fisica delle Particelle?
«La Meccanica Adronica implica anche una diversa definizione della particella ?Adrone?, che per Santilli, è una particella omogenea, dotata di carica elettrica e di dimensioni diverse da zero, ossia con dimensioni di tipo ellissoidale o sferico, e comunque deformabile. In altre parole, nella fisica adronica costruita dal prof. Santilli, gli adroni (protone, neutrone, lo stesso nucleo ecc.) non hanno configurazione di tipo ?planetaria? (ossia non sono come un atomo che ha un nucleo e una nuvola di elettroni che ruotano attorno, come il sistema solare). Questa definizione implica che gli adroni di tipo, ad es. protone, non possono (anche perché sono omogenei) avere all’interno i cosiddetti quark, che, ben si sa, l’inventore Murray Gell-Mann considerava solo delle astrazioni matematiche senza alcun significato fisico.
«La maggior parte della Comunità Scientifica dei cosiddetti particellai sostiene invece di avere misurato e scoperto i quark, tuttavia invece non sembra vero che gli stessi fisici siano riusciti a misurare e vedere i quark. A mio modesto avviso, si tratta di una pia illusione, ma questo fatto non verrà mai accettato dai particellai.
«I fisici teorici della comunità internazionale hanno accettato il lavoro di Santilli solo in termini di una sorta di ?Q-deformation? ossia una sorta di deformazione della Meccanica Quantistica, che presenta limitazioni varie pure abbastanza simili.
«In sostanza, la Meccanica Quantistica, come la Relatività e come ogni altra teoria sviluppata nell’ambito del Mondo fisico (e forse anche biologico), presenta sempre limiti e incompletezze (teorema di Goedel). Per cercare di arginare queste incompletezze concettuali molto serie, Santilli si è dedicato per oltre 30 anni, a studiare questi aspetti e cercare di arginarli.
«Santilli è stato per ben due volte incluso nella cerchia dei candidati Premi Nobel, ma non è ancora riuscito ad ottenere alcun premio di questo livello».

Veniamo alle critiche che Santilli muove al Cern e all’esperimento Lhc
«La critica all’esperimento Lhc (dove la ?H? sta per ?Hadronic?, ossia Adronica) si basa sul fatto che Santilli è convinto e giudica con la sua fisica della ?Meccanica Adronica? e quindi giunge a conclusioni completamente opposte a quelle raggiunte con la Meccanica Quantistica classica (ma anche con la Teoria dei Campi).
«Le previsioni elaborate con la Teoria santilliana della Meccanica Adronica portano a risultati completamente diversi e non prevedono affatto, ad esempio, la possibilità di innescare ?buchi neri?.
«Tuttavia, quelli del Cern non hanno portato a termine il loro esperimento poiché il sistema si è rotto prima di arrivare al massimo dell’energia. Molti sostengono che questi fisici non riusciranno mai a condurre a termine il loro esperimento.
«Secondo me ha ragione in parte Santilli quando sostiene che l’immensa quantità di denaro pubblico spesa per questo tipo di esprimenti è del tutto sprecata e male impiegata. Per ora, dopo venti anni di ricerche, non ci sono risultati seri e comprovanti le teorie. Ma ciò che è peggio è che non si vede all’orizzonte alcuna applicazione pratica e concreta di tutto questo immenso ?ambaradam?. Forse, l’unico fatto veramente positivo è che qualche migliaia di fisici, ingegneri, tecnici, ecc. hanno lavorato per quasi 20 anni e molte industrie europee di alta tecnologia hanno ricevuto lavoro.
«Un’altra interpretazione, seppur estremamente ipotetica, potrebbe essere che al Cern abbiano proprio tentato di realizzare un ?buco nero? chissà però con quali mire ed obiettivi non spiegabili oppure non ripetibili».

In barba a quel che pensa la comunità scientifica internazionale, e nonostante la mancanza di riconoscimenti, bisogna dire che il professor Santilli è andato avanti con determinazione: non ha solamente dimostrato le sue teorie attraverso i canali del caso, ma dalla Meccanica Adronica e dagli sviluppi della matematica che ha citato il prof. Quartieri, è passato alla pratica della chimica. Al momento sta sviluppando e mettendo a punto un sistema di produzione di «gas pesanti» (MagneGasTM) dai liquami fognari e industriali, che possono sostituire completamente il gas naturale, avendo una performance del tutto analoga ma con un impatto ambientale enormemente più basso dei combustibili attuali. (G. L.)

Riferimenti

? Il Carteggio Perez-Enriquez ? Santilli

…? Curriculum del prof. Santilli

? Il sito dell’acceleratore del Cern di Ginevra

?Il sito del MagneGasTM
(09 Ottobre 2008)