«Furti di Natura»

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Inaugurata al Bioparco di Roma la prima mostra interattiva: un lungo viaggio alla scoperta di paradisi esotici per conoscere e aiutare la flora e la fauna in via di estinzione. Un evento realizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica attorno alla tematica del traffico illegale di flora e fauna protette. Un traffico barbaro che fa muovere una notevole quantità di denaro e che distrugge ecosistemi particolarmente delicati, facendo scomparire ogni anno 100 specie di animali dalla faccia della Terra. Un viaggio all’interno di mete esotiche accuratamente ricostruite. Forse anche un modo per rendersi conto ancora di più della terribile catastrofe del 26 dicembre, con il maremoto che ha spazzato via interi ecosistemi e i suoi abitanti, uomo compreso

È stata inaugurata nello splendido scenario del Bioparco di Roma una mostra realizzata in collaborazione con il Corpo forestale dello Stato, il Comune di Roma e Wwf Italia, dal titolo «Furti di Natura». Anche se il nome può trarre in inganno, «Furti di Natura» rappresenta un importante passo in avanti per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul commercio illegale di specie protette e in via di estinzione. La mostra allestita nell’ex-rettilario, su un’area di ben 4000 metri quadri su tre livelli e visitabile fino al 21 ottobre 2006, non si presenta come una semplice esposizione di poveri animali e piante depredate, ma è un vero e proprio viaggio interattivo nella natura.
I visitatori giunti all’entrata, dopo il check-in e la chiamata al gate per «l’imbarco» sull’aereo costruito per l’occasione a grandezza naturale, assisteranno alla proiezione di un filmato che illustrerà le finalità della mostra. Guide virtuali scelte per l’occasione, Syusy Blady e Patrizio Roversi, informeranno i visitatori-turisti per caso, su come i graziosi souvenir esotici vengano fabbricati con parti di animali in via di estinzione e sulle spiacevoli conseguenze che rischiano i viaggiatori se trovati in possesso di questi oggetti.
I visitatori proseguiranno il loro viaggio, inoltrandosi in un ambiente tropicale a cielo aperto, tra cascate e alberi, iguane e uccelli di savana. Attraverso un tunnel sotterraneo, entreranno in una spettacolare foresta pluviale dalla lussureggiante vegetazione, abitanti della foresta (coccodrilli, uccelli variopinti, testuggini e farfalle) inclusi.
Purtroppo il traffico illegale di flora e fauna protette provoca l’estinzione di 100 specie di animali l’anno. È inoltre il secondo mercato clandestino per fatturato e per persone coinvolte, con un giro di affari di circa 7 miliardi di euro.
La lotta al traffico illegale inizia nel 1975, con la sottoscrizione della Convenzione di Washington, denominata C.I.T.E.S., (Convention on International Trade of Endangered Species) sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate di estinzione. Gli Stati che hanno aderito alla Convenzione sono più di 160. In Italia la Convenzione è stata recepita nel 1980. La sua attuazione è stata delegata a diversi ministeri ma il cuore pulsante del lavoro è affidato al Corpo Forestale dello Stato.
Soltanto lo scorso anno, la mole dei sequestri effettuati dagli uomini del sevizio C.I.T.E.S. è ammontata a 6000 esemplari protetti e parti di essi, pari a 20mila chili. Il 29,8% dei sequestri (1.806 esemplari) è costituito da animali vivi; il 16,7% (1.008 esemplari) da animali morti o parti; il 16% (965 esemplari) da derivati di animali; l’8,5% (514) da pellame; lo 0,1% (7) da piante vive e il 28,9% (1.749 esemplari) da piante morte, parti o derivati. La disinformazione, la buona fede dei turisti e la forte tentazione di portare a casa un souvenir in carne ed ossa, contribuiscono ad alimentare il triste bottino.
Il consiglio del Corpo forestale dello Stato per chi parte alla volta di mete esotiche, quelle in cui è possibile andare, è di informarsi anticipatamente sulle specie in via di estinzione, evitando l’acquisto di prodotti confezionati con animali sottratti al loro habitat e barbaramente uccisi.

(Fonte Corpo Forestale dello Stato)