Il trattamento del legname con sostanze tossiche derivate dal cloro deve farci riflettere su un settore caratterizzato dalla massimizzazione del profitto ai danni dell’ambiente, della sicurezza, dei diritti delle comunità locali e della salute. È tempo di esigere la piena tracciabilità del legno: le imprese che si rendono responsabili di crimini ambientali, devono essere rintracciate e punite, altrimenti si continua ad incoraggiare l’illegalità
La scoperta nel porto di Trieste di legname contaminato da diossina fa riemergere la necessità di trasparenza nel mercato internazionale del legno. Da anni Greenpeace denuncia la massiccia presenza di legname di origine illegale scaricato ogni mese nei porti italiani.
«Il trattamento del legname – commenta Sergio Baffoni, di Greenpeace – con sostanze tossiche derivate dal cloro deve farci riflettere su un settore caratterizzato dalla massimizzazione del profitto ai danni dell’ambiente, della sicurezza, dei diritti delle comunità locali e della salute. È tempo di esigere la piena tracciabilità del legno: le imprese che si rendono responsabili di crimini ambientali, devono