Nella torrida estate del 2003, boschi, foreste e suoli europei, invece di funzionare come «sinks» (assorbitori dell’anidride carbonica atmosferica), hanno funzionato come sorgenti di emissione, emettendo complessivamente 1 miliardo e 850 milioni di tonnellate di anidride carbonica, un fatto che non ha precedenti in Europa in questo ultimo secolo
L’ondata di calore torrido che ha colpito l’Europa nell’estate del 2003, causò 35mila morti, di cui circa 5.000 in Italia, soprattutto fra gli anziani e le persone più deboli. Ora, a due anni di distanza, stanno emergendo anche altri effetti a più lungo termine.
Una grossa attività di ricerca intrapresa da 18 università ed Enti di ricerca di 7 paesi tra cui l’Italia (Manca, Papale e Valentini dell’Università della Tuscia e Miglietta del Cnr di Firenze), nell’ambito di un programma della UE, ha messo in evidenza, sulla base dei dati acquisiti da una estesa rete sperimentale di misura dei flussi