Nel paese dell’emergenze e del chiacchiericcio fine a se stesso ora fa audience il freddo. Certo le difficoltà energetiche non sono una favola ma è una favola dare sempre addosso al referendum sul nucleare ignorando i costi, i tempi di realizzazione, il problema scorie e, soprattutto, il fatto che paesi nuclearizzati hanno anche avviato la politica dell’energie alternative mentre noi, che ne avremmo bisogno, nicchiamo e col freddo o col caldo siamo esposti ai black-out.
Ma gli italiani, che sono popolo di formiche, hanno all’attivo da tempo un uso sostenibile dell’energia, infatti, siamo al di sopra della media sia dei
paesi industrializzati sia di quelli europei come evidenzia il nuovo rapporto della Yale e della Columbia University che è presentato a Davos (Svizzera) in occasione dell’annuale World Economic Forum.
Il fatto poi che l’Italia è al 21.mo posto nella graduatoria ambientale mondiale, dovrebbe spingerci ad insistere su quello che sappiamo fare meglio: risparmiare.
La Puglia era un modello nel risparmio idrico, come dimostrano le colture pregiate avviate quando era una terra siccitosa e farebbe bene a continuare ad esserlo anche ora che la piovosità è aumentata e si è ricchi di invasi e acquedotti pur con perdite che sfiorano il 50%.
E da dove fa freddo, in Alto Adige, viene anche un altro modello positivo da imitare: le case «intelligenti» che consumano meno energia. La Provincia Autonoma di Bolzano fu la prima a introdurre il progetto CasaClima promuovendo lo sviluppo dell’edilizia sostenibile. Un obiettivo urgente considerando che la direttiva 2002/91 della Comunità Europea prevede che entro il 4 gennaio 2006 tutti gli stati membri dovranno introdurre la normativa per la classificazione degli edifici in base ai consumi energetici.
Si sa che il problema energetico non è stato da noi risolto, allora perché ad ogni emergenza cadere dalle nuvole e rifare gli stessi ragionamenti?
«Ricordiamo il black-out elettrico, poi il forte aumento del prezzo del petrolio e ora le forniture di gas: ogni volta il governo è stato sorpreso e ha reagito, a posteriori, con misure di emergenza, confermando, ogni volta, l’assenza di un’organica, adeguata e aggiornata politica energetica». Afferma Edo Ronchi, responsabile Politiche della Sostenibilità della Segreteria nazionale Ds.
Certo il discorso, sotto campagna elettorale, rischia di diventare strumentale ma bisogna egualmente essere in grado di discernere e valutare oggettivamente sia la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento (leggi rigassificatori) sia i ritardi che vengono da lontano e dal presente immediato come il rinvio al 2009 dell’efficacia del decreto sull’efficienza energetica.
(Ignazio Lippolis)