Il Comitato Pari Opportunità (Cpo), rinnovato nel 2006, si è
posto tra i suoi obiettivi quello di dare avvio ad una riflessione sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, e sugli strumenti giuridici previsti dal nostro ordinamento per facilitare tale conciliazione.
A tale proposito ricordiamo che nel Piano delle azioni positive di Arpat, è stata inserita una precisa misura tesa ad affrontare il rapporto lavoro – famiglia – vita privata
Al fine di dare una prima attuazione all’azione prevista
dal piano, il Comitato pari opportunità ha predisposto
un questionario rivolto a tutti/e i/le dipendenti Arpat
teso a valutare l’interesse per il tema della conciliazione
delle responsabilità famigliari e di quelle di lavoro, nonché la conoscenza e la percezione che i/le lavoratori/trici hanno di alcuni istituti giuridici quali il telelavoro, la banca delle ore, il part-time, i permessi/congedi parentali, i permessi per motivi personali e famigliari e la legge 104 del 1992. Il questionario è stato a disposizionedi tutti/e i/le dipendenti Arpat nella intranet aziendale per un breve periodo, da lunedì 25 settembre a mercoledì 4 ottobre, le risposte al questionario
sono state molte: ben 214 dipendenti, 78 lavoratori e 136
lavoratrici, hanno risposto all’indagine.
Analisi delle risposte
84 donne su 136 rispondenti hanno dichiarato di avere problemi di conciliazione, a fronte di 38 uomini su 78 (61% delle donne rispetto al 43% degli uomini che hanno partecipato all’indagine).
Telelavoro, banca ore e part-time
Un gruppo di domande nel questionario era volto a comprendere quanto fossero conosciuti certi istituti giuridici (quale telelavoro, banca ore, part-time) ritenuti strumenti in grado di rendere più facile la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Per quanto riguarda il telelavoro, è da notare la prevalenza di uomini informati rispetto alle donne, le risposte hanno infatti evidenziato che il 54% degli uomini rispondenti hanno conoscenza del telelavoro, mentre la componente femminile, risulta meno informata sull’argomento (34,5% delle dipendenti che hanno risposto all’indagine-questionario),
come indica la tabella 2. L’ interesse ad approfondire la
conoscenza di questo tipo di misura conciliativa, appare in entrambi i sessi piuttosto alta, e incontra il 71% degli uomini e il 67% delle donne che hanno aderito all’ indagine promossa dal Cpo.
Infine è da rilevare che l’80% delle donne e l’87% degli uomini
percepiscono il telelavoro come una valida opportunità di conciliazione. Per quanto riguarda la banca delle ore, elaborando i dati, emerge che sia gli uomini (15,5%) che le
donne (15%) si dichiarano poco informati su questo strumento
contrattuale. L’82% degli uomini e l’84% delle donne si mostrano interessati ad approfondire la conoscenza della banca delle ore, percepita come un’ulteriore strumento per
facilitare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, rispettivamente dal 66% di donne e dal 64% di uomini che hanno risposto al questionario. Per quanto riguarda, infine, il
part-time le risposte fornite da chi ha aderito al questionario mostrano che a fronte di un forte interesse verso il telelavoro e la banca delle ore, si riscontra un abbattimento dell’interesse verso il part-time, considerato dal campione
di dipendenti Arpat svantaggioso economicamente e peggiorativo della qualità del lavoro.
In ogni caso, rispetto alle diverse articolazione del part- time, quello di tipo misto è valutato sia dalla componente maschile (40% dei rispondenti) che femminile (29,5% delle rispondenti) come quello più idoneo ai fini della conciliazione delle responsabilità lavorative e famigliari.
Da evidenziare risulta il dato relativo allo scarso interesse degli uomini rispetto al part-time di tipo orizzontale (6,5 %).
Congedi parentali, malattia figli, permessi per motivi
famigliari e personali
Un altro gruppo di domande riguardava i congedi parentali per
maternità e paternità e i permessi per motivi famigliari e personali. Dall’indagine risulta che i congedi parentali risultano meno utilizzati dagli uomini, 13 a fronte di 39 donne, che dichiarano di avere fruito dei congedi per maternità /
paternità, dal questionario appare anche che uomini e donne sono parimenti coinvolti nell’assistenza ai figli minori di 3
anni, in caso di malattia. Per quanto riguarda i permessi per motivi personali e famigliari ( 3 gg./anno), dalla nostra
indagine-questionario emerge che questi sono conosciuti e vengono utilizzati in maggiore parte dai/dalle rispondenti
per motivi famigliari. Molti dei commenti contenuti nei questionari riguardano questo tipo di permesso, previsto dal contratto collettivo nazionale: il campione di dipendenti Arpat afferma, in particolare, che esso viene applicato con modalità non sempre univoche, e segnalano la necessità di un’informazione più precisa sulle modalità di applicazione.
Legge 104/1992
L’ultimo gruppo di domande riguardava la Legge 104/92
(?Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti
delle persone handicappate”), che è risultata una normativa non molto conosciuta, probabilmente per il particolare ambito di applicazione.
Commenti al questionario-indagine
Dall’esame dei commenti che accompagnano i questionari (49
commenti su 214 questionari) emerge che i dipendenti Arpat
mostrano un diffuso bisogno di informazione in relazione a permessi, congedi ed aspettative. Viene inoltre evidenziato dai dipendenti che i permessi personali e famigliari sono insufficienti a fronteggiare i bisogni legati all’assistenza e/o cura dei bambini sopra i tre anni e degli anziani.
Alcuni commenti riguardano i contratti atipici: i rispondenti lamentano infatti che, avendo un contratto atipico, non godono degli stessi diritti degli altri lavoratori.
Conclusioni
Dall’indagine-questionario risulta che un numero maggiore di donne rispetto agli uomini dichiara di avere problemi di conciliazione delle responsabilità famigliari e di quelle lavorative.
Per quanto attiene la conoscenza degli strumenti giuridici e contrattuali considerati conciliativi, in particolare telelavoro e banca delle ore, le donne si dichiarano meno informate rispetto agli uomini, mentre entrambi i sessi percepiscono
il telelavoro e la banca delle ore come misure in grado di
migliorare i problemi legati alla conciliazione.
Per quanto attiene il part-time, la componente femminile e quella maschile si mostrano interessati quasi in ugual misura a questo istituto giuridico, con la differenza che le donne mantengono costante l’interesse verso le diverse articolazioni
del part-time, mentre gli uomini sembrano disdegnare il part-time di tipo orizzontale, ritenuto da pochissimi (solo 5)
una misura in grado di conciliare le responsabilità famigliari e
quelle lavorative.
Altro aspetto emerso dal questionario, in particolare dai commenti all’indagine, è la richiesta di informazione sugli argomenti affrontati: telelavoro, banca ore, part-time, ma anche permessi personali e famigliari e legge 102/94.
Il questionario ? indagine ha dato modo al Cpo di avviare la riflessione sul tema della conciliazione, che, come ricordato in premessa, è uno degli argomenti oggetto del piano delle azioni positive.
Il Cpo è sicuramente interessato a intervenire in merito ai problemi della conciliazione dei tempi di lavoro e di vita, e quanto emerso dal questionario costituisce un importante stimolo ad approfondire gli aspetti ancora poco chiari,
implementando all’interno dell’Agenzia, una cultura di genere
che tenga conto anche dell’esigenze legate alla conciliazione.
Questa prima indagine, del tutto parziale, è stata possibile grazie alla partecipazione e disponibilità dei colleghi che intendiamo ringraziare per aver risposto al questionario.