Miniere, complessi industriali e armamenti chimici tra le principali cause di contaminazioni estreme
Fondamentale contributo di Green Cross alla realizzazione del Rapporto 2007 sui Siti più inquinati del Pianeta. Oggi è stato rilasciato l’annuale rapporto del Blacksmith Institute (organizzazione ambientalista indipendente statunitense), sui siti maggiormente inquinati del Pianeta.
Anche quest’anno Green Cross ha partecipato con propri esperti alla stesura del rapporto che vede significative innovazioni. Allo stesso tempo prosegue la collaborazione con il Blacksmith Institute, le organizzazioni sono partner e insieme lavorano a un progetto di eliminazione dell’inquinamento proveniente da vecchie miniere e impianti situati a Rudnaya Pristan, località inserita nella Top Ten 2006 e situata nell’estremo est della Federazione Russa.
/> Elio Pacilio, vicepresidente esecutivo di Green Cross Italia, ha dichiarato: «La lista conferma in modo inquietante quanto l’opinione pubblica più attenta già immaginava e consegna al nostro paese la responsabilità di agire. Tra le cause di maggiore inquinamento, spiccano quelle legate ai siti di produzione e stoccaggio degli armamenti eredità della guerra fredda. L’Italia si è formalmente impegnata a sostenere la Federazione Russa nell’opera di distruzione dell’arsenale chimico presente in Russia. Dopo anni finalmente i due Paesi hanno trovato l’accordo per la Convenzione bilaterale per l’applicazione degli accordi internazionali e per mantenere fede alle promesse solenni dei nostri governi. Sarebbe vergognoso se il Governo e il Parlamento non fossero in grado di attivare, a cominciare dal 2008, gli impegni relativi alla costruzione del centro di distruzione delle armi chimiche di Pochep in Russia. È importante dare un segno di volontà, anche limitato, stanziando la prima parte delle risorse previste dagli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese».
Green Cross, in collaborazione con il Blacksmith Institute ha composto la lista dei dieci siti più inquinati del Pianeta. Questi dieci siti sono distribuiti in sette paesi e più di 12 milioni di persone sono colpite dall’inquinamento che vi si riscontra. La classificazione figura nel Rapporto Blacksmith 2007, nel quale vengono descritti i siti dove l’inquinamento dell’ambiente colpisce di più la salute umana, in special modo quella dei bambini.
«I fatti sono incontestabili: l’alto inquinamento di questi siti è causa di malattie e di morte di molti bambini. Per risolvere questi problemi è necessaria molto di più di una grande presa di coscienza scientifica» spiega il dottor Stephan Robinson, direttore del programma internazionale sul disarmo di Green Cross.
Secondo Richard Fuller, fondatore e direttore del Blacksmith Institute, la lista dei Top Ten redatta nel 2006 è stata ripresa dai media, ma poco è stato fatto in materia di piani finanziari o di programmi. «Ci dobbiamo sentire tutti coinvolti ed agire» convengono Robinson e Fuller. I Siti più insalubri 2007 La classificazione 2007 dei siti più inquinati nel Rapporto Blacksmith contiene una lista alfabetica e per Paesi senza un numero d’ordine. In effetti, di fronte ad una grande disparità in termini di grandezza, di popolazione e di tipi di inquinamento, una classificazione per ordine di inquinamento non è né realistica né realizzabile. Quattro siti ubicati in Cina, India ed Asia centrale fanno il loro ingresso nella lista e sono evidenziati da un
nell’estremo est della Federazione Russa.
A PROPOSITO DEL BLACKSMITH INSTITUTE E DI GREEN CROSS
Il Blacksmith Institute si impegna nel mondo intero alla ricerca dei più pericolosi siti inquinati e della messa in opera di misure per la loro bonifica. Nella maggior parte delle regioni inquinate, il Blacksmith Institute lavora con partner locali e con le autorità che hanno in carico la protezione dell’ambiente, per elaborare progetti che permettano di fornire un eventuale sostegno finanziario da parte di istituzioni internazionali.
Dal 1999 ha terminato 22 progetti in 6 paesi, attualmente è impegnato in 42 progetti in 12 paesi. Green Cross si impegna per il controllo dei danni a seguito di catastrofi industriali e militari, come pure per il risanamento delle contaminazioni residue che datano dell’epoca della Guerra Fredda.
Il miglioramento della qualità della vita delle persone colpite da contaminazioni chimiche, radioattive ed altre è al primo posto nella sua azione. Egualmente l’incoraggiamento, basato sul senso di cooperazione piuttosto che di scontro, dello sviluppo sostenibile e duraturo. Green Cross per la sua professionalità vede riconosciuto il proprio impegno in difesa dell’ambiente e di assistenza verso le persone da importanti istituzioni internazionali.
Green Cross International ha sede a Ginevra ed è stata fondata da Mikhail Gorbaciov. L’organizzazione è composta da una rete mondiale di 30 filiali che si impegnano nella difesa di cause così importanti come la pace, la sicurezza, la lotta contro la povertà e la tutela dell’ambiente.
(Fonte Green Cross)