Troppa CO[P]2[/P] dalle aziende sarde

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Con 16,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, le emissioni delle aziende sarde superano il limite fissato dal Piano nazionale di allocazione per il 12%. Il settore della raffineria è in linea con gli obiettivi di Kyoto; il settore delle attività energetiche fuori dai limiti del Pna per l’emissione di tonnellate di CO2 (+21,24%). Oristano e Nuoro sono le province più virtuose; Carbonia è la più lontana dagli obiettivi di Kyoto

Nel 2006 le aziende sarde hanno prodotto una quantità di emissioni inquinanti superiore a quanto prospettato dal Piano Nazionale di Allocazione per l’anno 2006.
È quanto emerge da una ricerca condotta da Eco-Way, società italiana leader nel settore dei cambiamenti climatici, su dati Carbon Market Data.
Con una produzione di anidride carbonica pari a 16,2 milioni di tonnellate, le aziende sarde superano il limite fissato dal Pna (Piano nazionale di allocazione) per oltre 1,7 milioni di tonnellate, pari al 11,68%.
La performance relativa all’anno passato colloca la regione al 14° posto nel ranking tra tutte le regioni italiane nei confronti del Protocollo di Kyoto.

Analizzando i settori che comprendono i 19 stabilimenti sardi inseriti nel Piano nazionale di allocazione, il miglior risultato è quello delle industrie della raffinazione, che registrano una produzione di 6,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica, seguito dalle industrie di produzione di cemento e calce con 895mila tonnellate di anidride carbonica. Il settore energetico (centrali termoelettriche, impianti di combustione e di teleriscaldamento) che rappresenta quasi il 70% delle imprese sarde inserite nel Pna, registra una produzione di emissioni inquinanti superiore per quasi il 21% della quota stabilita.
Lontani dagli obiettivi di Kyoto, gli impianti per la produzione della carta (+7,28%) e le industrie della ceramica (+13,74%).

Analizzando i dati delle emissioni relativi alle province, le province di Oristano e Nuoro risultano essere le più virtuose del 2006, con una produzione di emissioni inquinanti pari rispettivamente a 1 e 653mila tonnellate, inferiore al limite consentito del 100% e del 25,70%.
All’ultimo posto del ranking si collocano le aziende di Carbonia che lo scorso anno hanno emesso anidride carbonica in quantità superiore al limite imposto dal PNA per oltre il 57,28%.

Le 11 aziende di Cagliari sottoposte al controllo da parte del ministero dell’Ambiente hanno emesso anidride carbonica per 7,6 milioni di tonnellate, il 0,75% in più di quanto consentito, mentre le province di Ogliastra e Sassari si collocano al quarto e quinto posto con un surplus di emissioni rispettivamente pari al 12,37% e 23,40%.

«I risultati della ricerca condotta sulle emissioni prodotte dalle industrie sarde che sono state incluse nel Piano Nazione di Allocazione, sebbene in linea con il dato nazionale ? ha dichiarato Guido Busato, Presidente di Eco-Way ? evidenziano una importante disparità nei confronti degli obiettivi che il nostro paese ha assunto per uniformarsi alle direttive del Protocollo di Kyoto e di quanto stabilito in materia di riscaldamento globale dall’Unione Europea.
«La strada per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto passa necessariamente attraverso un dialogo fattivo tra governo e imprese ed un indispensabile ruolo delle nostre istituzioni in ambito Europeo per uniformare gli impegni da parte di tutti gli Stati, evitando di creare delle disparità tra aziende dello stesso settore ma nazionalità diversa, con preoccupanti riflessi sulla competitività del nostro Sistema Paese.
«Tra l’altro il nuovo Pna appena messo in consultazione è molto ambizioso e comporterà quindi dei costi per le aziende italiane, soprattutto nel settore termoelettrico, il quale dovrà ridurre di 9,5 milioni di Ton le proprie emissioni».

(Fonte Sec, Relazioni Pubbliche e Istituzionali)
(27 Dicembre 2007)