In Toscana nella norma i livelli di PM[P]10[/P] e PM[P]2,5[/P]

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Solo in alcune aree è possibile individuare dei trend in crescita (stazione Merlini-Montecatini-Pistoia e stazione Tangenziale-Lucca) o in diminuzione (Pisa e Livorno), con realtà locali al di sopra del limite (Viareggio, Lucca, Pistoia, Livorno) ed altre ampiamente al di sotto (Pisa e Arezzo)

Recentemente si e svolto a Firenze il 2° Convegno Nazionale sul Particolato Atmosferico PM2006, che ha costituito l’occasione di incontro fra esperti e studiosi provenienti da tutta Italia e da vari paesi esteri.
Arpat ha partecipato all’iniziativa fra l’altro presentando i dati sui livelli di particolato (PM10 e PM2,5) rilevati in Toscana. Per il confronto e la rappresentazione sulla carta, sono state scelte le stazioni peggiori, classificate in maggioranza urbane/traffico. La varietà dei valori rilevati non e chiaramente riconducibile a pressioni locali (densità abitativa, aree industriali, ecc.) ed e quasi ovunque distribuita intorno al limite dei 40 μg/m3 per il PM10 e 25 μg/m3 per il PM2,5. Solo in alcune aree è possibile individuare dei trend in crescita (stazione Merlini-Montecatini-Pistoia e stazione Tangenziale-Lucca) o in diminuzione (Pisa e Livorno), con realtà locali al di sopra del limite (Viareggio, Lucca, Pistoia, Livorno) ed altre ampiamente al di sotto (Pisa e Arezzo).
La situazione fiorentina, teoricamente più critica per la ridotta diffusività atmosferica e la pressione derivante dal traffico, è sostanzialmente nella media toscana, mentre i «punti caldi» sono localizzati in aree con pressioni apparentemente minori (alcune stazioni di Viareggio, Lucca e Pistoia). I livelli di inquinamento quindi sembrano essere determinati dalla microlocalizzazione della stazione (prossimità di arterie stradali ad elevato flusso veicolare, prossimità di zone industriali, particolari situazioni microclimatiche). Anche per il PM2,5, sia la situazione fiorentina, sia quella livornese, mostrano valori nell’intorno del limite proposto in sede CE.

(Fonte Arpat)