La crisi della natura è più grave di quella economica

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È quanto sottolinea l’ultimo report quadriennale della Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura). Federparchi: «Impegni disattesi da parte dei governi, servono sforzi maggiori»

L’obiettivo della Convenzione sulla diversità biologica (Cbd) e della campagna Countdown 2010 (arrestare la perdita di biodiversità entro l’anno prossimo) non sarà raggiunto. Lo rivela l’ultimo report quadriennale della Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), intitolato «Wildlife in a Changing World», attraverso il quale l’organizzazione internazionale lancia un allarme preciso: a minacciare gravemente l’umanità non è tanto la crisi finanziaria mondiale, quanto la massiccia e continua perdita di biodiversità.

Il documento analizza 44.838 specie contenute nella precedente lista rossa della Iucn e dimostra che sono ben 16.928 quelle a rischio, più o meno immediato, di estinzione.