Greenpeace sul ghiacciaio di Gorner per difendere il clima

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L’associazione stende un banner record in Svizzera ed invita i leader mondiali a prendere decisioni concrete sul clima

Our climate – your decision! È questo il messaggio del più grande banner di Greenpeace steso stamane sul ghiacciaio di Gorner, sul lato svizzero del Monte Rosa. Cinquemila metri quadri di striscione steso da quaranta attivisti per un unico scopo: convincere i Grandi della Terra a prendere delle scelte giuste riguardo alla protezione del clima quando mancano quasi cento giorni alla Conferenza di Copenhagen.

Gli ambientalisti, inoltre, hanno installato sul ghiacciaio un campo che ha lo scopo di mostrare la pericolosità dei cambiamenti climatici e la necessità di un’azione urgente.

A dimostrare l’avanzata rapida del cambiamento del clima, non sono solo i ghiacciai che si sciolgono come coni gelati al sole, ma è anche l’Arctic sunrise, una delle navi della flotta di Greenpeace.

Grazie alla raccolta di dati scientifici nell’Artico, foto e video, la gravità e l’urgenza della situazione collegata direttamente all’innalzamento della temperatura media globale sembrano ancora più preoccupanti.

Già diversi studi, così come gli stessi scienziati membri dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), hanno dimostrato che il riscaldamento globale è ben più rapido e drammatico di quanto previsto e, l’Italia e la Svizzera, rientrando nella fascia montuosa alpina, ne subiscono in modo particolare gli effetti.

«Ghiacciai alpini, orsi polari, foche, iceberg – commenta Francesco Tedesco, responsabile della campagna “Energia e clima” di Greenpeace, – sono tutti segnali della gravità del problema. Il momento di invertire rotta e limitare i danni per l’economia mondiale e per milioni di persone è adesso. O mai più».

Prima dell’incontro sul clima di dicembre, quando si dovrà scegliere la strada giusta da intraprendere nel post-Kyoto, è fondamentale mantenere l’aumento delle temperature al disotto di 2°C. In occasione dell’ultimo G8, i leader mondiali hanno accettato l’obiettivo 2°, ma non è stato chiarito il modo in cui verrà raggiunto.

Ecco perché, sul Monte Rosa, Greenpeace chiede al governo italiano e alle altre nazioni industrializzate di: ridurre le proprie emissioni di CO2 del 40% (rispetto al livello del 1990) da qui al 2020, e portarle il più vicino possibile a zero entro il 2050; e di finanziare (con 140 miliardi di dollari l’anno fino al 2020) i Paesi più poveri per lo sviluppo delle rinnovabili, la protezione delle foreste (con priorità Amazzonia, Congo e Foresta del Paradiso) e le misure di adattamento ai cambiamenti climatici.