Fondi Eu – L’Italia non brilla

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Nell’ambito dei fondi strutturali e di coesione per l’energia manca un coordinamento nazionale e un quadro di riferimento strategico

Pubblicato il Rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente, eseguito con la collaborazione dell’European Network of Environmental Authorities di cui fa parte, per l’Italia, Ispra (ex Apat). Il rapporto esamina ex-post il buon fine e l’efficacia dei finanziamenti europei in Italia, Spagna ed Austria, nell’ambito dei fondi strutturali e dei fondi di coesione, di cui in Italia hanno usufruito le regioni del sud (obiettivo 1), con particolare attenzione agli investimenti in campo ambientale ed in particolare in materia di trattamento delle acque, protezione della biodiversità (rete Natura 2000), l’efficienza energetica e le energie rinnovabili.

Dall’esame del rapporto i giudizi sull’Italia (regioni Obiettivo 1) non sono molto lusinghieri, specialmente per quello che le regioni meridionali italiane hanno fatto (o non hanno fatto) soprattutto in campo energetico.

In sintesi, l’analisi della Eea mostra che:

1) Per quanto riguarda acqua e trattamento delle acque gli investimenti hanno avuto in generale un buon fine, anche se, il giudizio è da intendersi preliminare dal momento che l’Italia non ha fornito dati sufficienti e precisi. Certamente si dovrà fare di più. L’osservazione di fondo, però, riguarda la incapacità (o la non volontà) dell’Italia a definire una idonea pianificazione della gestione nazionale delle acque. Manca, inoltre, in Italia, un organo di controllo sulla gestione dei fondi strutturali e sul buon fine degli investimenti che con questi fondi vengono effettuati. La pianificazione che manca a livello nazionale, c’è però a livello regionale, ma mancando il quadro di riferimento nazionale, ogni regione ha provveduto per proprio conto senza coerenza o coordinamento con le altre regioni. La Puglia che ha una buona pianificazione regionale sull’uso delle acque ha, tuttavia, attuato un programma operativo di investimento dei fondi strutturali che non appare coerente con il suo piano regionale.

2) Per quanto riguarda la biodiversità la Campania non è riuscita ad utilizzare i fondi messi a disposizione ed ha avuto difficoltà nell’attuazione dei progetti legati ai fondi strutturali. In ogni caso, nei progetti attuati per la rete dei siti Natura 2000 in tutte le regioni del sud mancano specifici indicatori mediante i quali verificare l’effettiva efficacia delle azioni condotte. A parte la Campania che non ha utilizzato gran parte dei fondi per le reti ecologiche e che quindi non appare in grado di intervenire in questo settore, va fatta una specifica osservazione per le altre regioni: solo una piccola parte dei fondi stanziati per le reti ecologiche sono stati effettivamente spesi per la protezione della biodiversità. La maggior parte dei fondi è stata invece spesa per altri motivi, ed in particolare per promuovere il turismo, per costruire infrastrutture turistiche, per creare posti di lavoro e per finanziare piccole imprese operanti nelle aree protette. Insomma appare esserci stata una ingiustificata distrazione dei fondi.

3) Per quanto riguarda l’efficienza energetica e le energie rinnovabili le regioni Obiettivo 1 hanno usato i fondi in una varietà di modi soggettivi ed estemporanei, cioè senza alcuna chiara finalità o sulla base di obiettivi specifici da raggiungere. In Austria, per esempio, è stato fissato l’obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra. In Spagna è stato fissato l’obiettivo di aumentare l’uso delle energie rinnovabili.

Alcune regioni italiane Obiettivo 1, hanno infatti finanziato progetti ed iniziative autonome a livello comunale e locale spesso incoerenti fra loro. Altre regioni (come la Campania) hanno co-finanziato iniziative regionali, piuttosto che finalizzate ai problemi energetici, attinenti le questioni dell’energia, come incentivazioni per la fabbricazione ed il commercio di impianti eolici o la promozione di iniziative per costruire impianti idroelettrici di piccola taglia. In tutti i casi, comunque, non appare esserci alcuna visione di insieme o finalità nel campo dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili (per la quale la Ue ha concesso i fondi). Il problema, secondo la Ue, è che in Italia manca a livello nazionale un quadro di riferimento strategico su come indirizzare e spendere i fondi strutturali in campo energetico, né i Por regionali fissano alcun obiettivo o priorità in questo settore. Insomma c’è una gran confusione!

4) Per quanto riguarda la capacità di spesa e di attuazione delle iniziative solo la Basilicata ne esce meglio delle altre regioni.