Il rapporto dimostra che esistono conoscenze e tecnologie per adattare le pratiche agricole ai cambiamenti e agli eventi climatici estremi
Greenpeace oggi ha diffuso il rapporto «Agricoltura al bivio» che affronta i temi dell’attuale crisi alimentare e climatica, chiedendo un nuovo approccio più ecologico per l’agricoltura. «L’incremento della produttività non si ottiene con tecnologie costose che i poveri agricoltori non possono permettersi – sostiene Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace Italia – Innovazione vuol dire predisporre metodi differenziati ed economici che aiuteranno i piccoli produttori a raggiungere la sicurezza alimentare in un contesto climatico che cambia».
Il rapporto, che verrà presentato in occasione del prossimo summit mondiale sulla Sicurezza alimentare presso la Fao (che si terrà dal 16 al 18 a Roma), espone i risultati chiave dello studio recentemente pubblicato dall’International assessment of agricultural knowledge, science and technology for development (Iaastd), un’analisi complessiva dello stato dell’agricoltura, scritto da oltre 400 scienziati ed eseguito sotto l’auspicio delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale. Greenpeace sottoscrive il messaggio principale dello Iaastd: gli attuali modelli di produzione agricola non sono più un’opzione praticabile.
«È sconcertante che i leader mondiali non siano capaci di uscire dal circolo vizioso delle solite tecnologie, obsolete e inquinanti, che ci hanno portato sull’orlo della crisi attuale – continua Ferrario. – è necessario cambiare rotta: il business-as-usual ha fallito. Il rapporto delle Nazioni Unite sullo stato dell’agricoltura, indica la strada verso la reale rivoluzione verde. Solo investendo in coltivazioni di tipo ecologico saremo in grado di continuare a produrre per il prossimo secolo».
L’agricoltura di tipo intensivo e basata su un forte apporto della chimica è una delle cause principali dei cambiamenti climatici, direttamente responsabile di circa il 14% delle emissioni di gas serra a livello globale. è, inoltre, indirettamente responsabile di un ulteriore 30% di emissioni, attraverso la conversione delle foreste in terre coltivabili, la produzione di fertilizzanti e il trasporto e la trasformazione degli alimenti.
Un’agricoltura di stampo ecologico deve ridurre significativamente gli impatti dell’agricoltura sul clima. Il rapporto «Agricoltura al bivio» dimostra che esistono le conoscenze e le tecnologie per adattare le pratiche agricole ai cambiamenti e agli eventi climatici estremi, migliorando la salute di suolo e acque, e conservando la diversità biologica. Aumentando la sostenibilità del sistema agricolo, l’agricoltura ecologica è in grado di fornire maggior cibo sul lungo termine.
(Fonte Greenpeace)