Inceneritori e conflitti ambientali

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Illustrato il risultato dell’indagine territoriale sulle dinamiche in atto ed esperienze di comunicazione e coinvolgimento realizzata da Ervet

Si è tenuto a Bologna un affollato seminario di studi sul tema: «Inceneritori e conflitti ambientali: dinamiche in atto ed esperienze di comunicazione e di coinvolgimento». All’iniziativa hanno partecipato amministratori locali, operatori di Arpa e delle Ausl, associazioni rappresentative dei territori.

La giornata, organizzata nell’ambito del Progetto Moniter (Monitoraggio degli inceneritori nel territorio dell’Emilia Romagna) della Regione Emilia-Romagna e di Arpa Emilia Romagna, ha avuto come focus il tema della comunicazione in relazione alla gestione dei conflitti.

Nell’occasione è stato illustrato il risultato dell’indagine territoriale sulle dinamiche in atto ed esperienze di comunicazione e coinvolgimento realizzata da Ervet.

Gli interventi proposti, oltre a fornire un panorama degli ambiti in cui si pratica la comunicazione ambientale e in cui si sviluppa la partecipazione hanno illustrato anche l’organizzazione della comunicazione connessa alle attività del progetto (sito web e collana editoriale).

Marco Biocca, Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia-Romagna, ha introdotto il suo intervento parlando dei rischi ambientali e per la salute come problema centrale per le comunità che mettono in gioco la capacità del governante locale. Ha quindi sottolineato le incertezze scientifiche esistenti, di carattere tecniche (tipica di qualunque misura, che produce imprecisioni nei dati, soluzioni statistiche, tecniche di verifica (es. nel laboratorio di analisi); metodologiche (che deriva dai modelli e dalle metodologie utilizzate per misurare, possono non essere adeguate, sensibili); ed epistemologiche (in quanto esiste comunque un margine di ignoranza sulle conoscenze del fenomeno, altre variabili sconosciute che interferiscono).

Correlato con il tema delle incertezze tecniche è poi quello del «Principio di precauzione». Principio da seguire quando un’attività suscita il forte dubbio di essere dannosa per la salute e l’ambiente: occorre prendere le necessarie misure precauzionali anche in assenza di una chiara relazione causa effetto dimostrata su base scientifica fra quella attività e il danno che ne potrebbe derivare.

Quindi si è soffermato sulla comunicazione del rischio, che non è solo l’accesso o la diffusione di informazioni, ma è lo scambio di informazioni in merito alla valutazione e alla gestione dei rischi tra coloro che ne hanno titolo (istituzioni, politici, imprese, organizzazioni sociali, mass media, esperti, cittadini). Ha infatti affermato la tesi che la comunicazione tra tutti i soggetti interessati a gestire un rischio per la salute o per l’ambiente è la condizione migliore per trovare la strada più adeguata. Infine ha introdotto il concetto di «cittadini competenti» (ripreso da diversi altri interventi nel corso del seminario), di coloro cioè che, per interesse personale, professionale o istituzionale, hanno la possibilità attraverso le loro azioni di influire sulle scelte per la salute. A loro «compete» e per questo devono essere «competenti». Non sono esperti dell’argomento specifico.

Eugenio Lanzi, responsabile del Servizio «Risanamento atmosferico, acustico, elettromagnetico» della Regione Emilia Romagna, ha quindi delineato il quadro di riferimento normativo in merito agli impianti che ricadono nella normativa europea Ippc (Integrated Pollution Prevention and Control) fra i quali gli inceneritori.

In particolare ha sottolineato come il confronto basato sulla conoscenza, l’informazione e la comunicazione sono elementi essenziali per prevenire e risolvere i conflitti ambientali in tutte le fasi del ciclo regolatore. Ha quindi descritto il monitoraggio ambientale realizzato in Emilia Romagna per gli impianti di incenerimento. Si è quindi soffermato ad illustrare l’esperienza dell’Osservatorio Ippc, istituito dalla Regione Emilia Romagna. In tale ambito va collocato anche il progetto Moniter per il quale la Regione ha impegnato risorse significative (quasi 3 milioni di euro).

Marco Ottolenghi, Ervet, ha illustrato i risultati della ricognizione effettuata sulle dinamiche locali di comunicazione e conflitto in Emilia-Romagna, mettendole in relazione con alcune esperienze a livello nazionale ed internazionale.

Obiettivi della ricognizione sono stati quelli di valutare la conoscenza reciproca dei soggetti competenti/attivi nell’ambito locale e del loro ruolo rispetto al territorio, nonché le modalità di relazione ed ascolto; identificare i principali flussi comunicativi nonché gli strumenti utilizzati (istituzionali/volontari); identificare gli ostacoli alla comunicazione efficace e le cause di conflitto. L’intero processo di indagine è stato impostato assumendo come riferimento metodologico tre princìpi dello standard internazionale dello stakeholder engagement AA1000SES: rilevanza (conoscere gli attori, il loro ruolo e gli interessi che rappresentano); completezza (comprenderne le aspettative, i punti di vista, le percezioni); rispondenza (rispondere alle aspettative e alle preoccupazioni espresse).[i lavori della ricerca sono ora disponibili in un «Quaderno di moniter»].

Sono stati quindi illustrati due casi di studio, l’esperienza del dibattito pubblico per la «Gronda di Genova», che ha permesso di individuare un percorso alternativo, rispetto a quelli inizialmente ipotizzati per questa infrastruttura, e quella del «Rab» di Ferrara (Consiglio consultivo della Comunità locale), un organismo costituito per facilitare la comunicazione, l’informazione e l’interazione tra Hera Ferrara (l’azienda che gestisce il locale inceneritore) ed i cittadini residenti nella zona Nord Ovest del Comune di Ferrara.

In conclusione Mauro Bompani, Arpa Emilia Romagna, ha illustrato gli obiettivi di comunicazione del progetto Moniter, e cioè: Descrizione (descrivere e dare identità al progetto: struttura, obiettivi,risultati attesi, fasi, soggetti coinvolti, stati di avanzamento, esplicitare la politica di comunicazione); Pubblicazione (Pubblicare gli stati di avanzamento e i risultati delle singole azioni e linee sub-progettuali, i risultati dei monitoraggi, le osservazioni e i commenti di esperti); Accesso (Rendere accessibile la documentazione prodotta); Informazione (Informare su convegni, iniziative formative, eventi pubblici, discussioni e conflitti). Bompani ha quindi parlato delle criticità riscontrate nell’attuazione di tali attività.

E’ seguito un vivace dibattito, animato da numerosi interventi, soprattutto di cittadini aderenti ad alcuni Comitati formatisi in varie province della regione Emilia Romagna in relazione agli inceneritori presenti e/o in costruzione.

Il progetto Moniter

In Emilia-Romagna sono attivi otto inceneritori di rifiuti urbani, che smaltiscono in un anno poco più del 4% dei rifiuti complessivamente prodotti in regione, e il 20% di quelli classificati come «rifiuti urbani». Il progetto triennale Moniter, monitoraggio degli inceneritori nel territorio dell’Emilia-Romagna, promosso da Regione e dall’Arpa Emilia Romagna, ha l´obiettivo principale di «organizzare un sistema di sorveglianza ambientale e valutazione epidemiologica nelle aree circostanti gli impianti di incenerimento in Emilia-Romagna». Si tratta, cioè, di sistematizzare le conoscenze esistenti, di uniformare le metodologie di monitoraggio ambientale degli impianti di incenerimento rifiuti, di acquisire nuove conoscenze relative alle caratteristiche qualitative e quantitative degli inquinanti emessi dagli impianti e presenti in ambiente e, soprattutto, di integrare conoscenze ambientali e conoscenze epidemiologiche e sanitarie.

(Fonte Arpat, mt)