55 Paesi aderiscono all’Accordo di Copenhagen

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Hanno presentato i rispettivi impegni di riduzione l’Unione europea e i suoi Stati membri, gli Stati Uniti, il Giappone e Brasile, Sud Africa, India e Cina.

Lunedì 1° febbraio il Segretariato dell’Unfccc ha rese note le prime liste provvisorie degli Stati membri della Convenzione che hanno comunicato la loro adesione all’«Accordo di Copenaghen».

Per il momento, hanno presentato i rispettivi impegni di riduzione 55 Paesi, tra cui l’Unione europea e i suoi Stati membri, gli Stati Uniti, il Giappone e il gruppo dei quattro Paesi ad economia emergente «Basic» (Brasile, Sud Africa, India e Cina). Complessivamente, questi Paesi rendono conto del 78% delle emissioni mondiali derivanti dall’utilizzo di energia. La maggior parte degli impegni di riduzione (non vincolanti) inoltrati al Segretariato rinnova le promesse fatte precedentemente e in occasione del vertice di Copenhagen dello scorso dicembre.

«Questo rappresenta un importante consolidamento delle discussioni sui cambiamenti climatici condotte dalle due tracce negoziali, nell’ambito della Convenzione e del Protocollo di Kyoto», ha affermato Yvo de Boer, Segretario Esecutivo dell’Unfccc. Secondo de Boer è necessaria maggiore ambizione per affrontare adeguatamente questa sfida. Le promesse così espresse sarebbero comunque «chiari segnali della volontà di far procedere le negoziazioni verso una conclusione positiva».

Secondo Rajendra Pachauri, Presidente del Comitato Intergovernativo per i Cambiamenti Climatici (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc), «è significativo il fatto che i paesi Basic abbiano annunciato obiettivi volontari di riduzione dell’intensità di crescita del Pil». Inoltre, «senza una chiara tabella di marcia per la riduzione delle emissioni entro il 2020, non possiamo aspettarci che un picco delle emissioni globali avvenga prima di tale anno».

Nel dichiarare l’appoggio degli Stai Uniti al suddetto Accordo, Todd Stern, inviato speciale per il clima degli Usa aveva annunciato, la scorsa settimana, che «la comunicazione americana riflette il continuo impegno del Presidente Obama a far fronte alla sfida dei cambiamenti climatici e dell’energia pulita con un’azione forte sia a livello nazionale sia internazionale, che rinvigorirà l’economia statunitense, rafforzerà la sicurezza nazionale e proteggerà l’ambiente».

L’Ue, a sua volta, aveva presentato formale adesione all’Accordo il 28 gennaio tramite un comunicato del Consiglio europeo.

Tali impegni ed ulteriori informazioni relative all’Accordo sono ora disponibili sul sito Web dell’Unfccc nel formato di due tabelle, le quali erano state lasciate inizialmente vuote in appendice all’Accordo stesso. La tabella in Appendice I («Appendix I – Quantified economy-wide emissions targets for 2020») si riferisce agli obiettivi di riduzione nel 2020 per i Paesi dell’Allegato I (i Paesi industrializzati e con economia in transizione), mentre la tabella in Appendice II («Appendix II – Nationally appropriate mitigation actions of developing country Parties») riguarda le azioni nazionali di mitigazione appropriate per i Paesi in via di sviluppo. Il Segretariato manterrà aggiornate le suddette tabelle sul sito Web della Convenzione.

La prossima sessione negoziale dell’Unfccc è prevista ufficialmente per le due settimane che vanno dal 31 maggio all’11 giugno a Bonn. Tuttavia, con una nota informativa del 2 febbraio, il Segretariato ha invitato i Paesi a fare pervenire (entro il 16 febbraio) il loro parere sulla necessità, ed eventualmente sul possibile numero, la durata e il periodo, di riunioni aggiuntive dei due Gruppi di lavoro ad hoc della Convenzione e del Protocollo, che conducono il processo negoziale inerente ad un futuro accordo internazionale sui cambiamenti climatici. Sulla base delle informazioni così pervenute saranno presi eventuali provvedimenti in merito alla tempistica della prima sessione del 2010. Nella stessa nota, gli Stati membri sono invitati anche ad inviare (con la medesima scadenza) idee e proposte su come meglio far procedere nel 2010 il lavoro del gruppo di lavoro ad hoc della Convenzione, vista l’estensione del mandato stabilita all’ultima conferenza di Copenhagen(per entrambi i gruppi ad hoc).

Fonti e ulteriori informazioni

(Fonte Focal Point Ipcc per l’Italia)