A Yalta le frontiere della medicina

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Ancora una volta di scena la scienza europea nel difficile tentativo di far cadere il «muro» culturale e scientifico che nonostante tutto resiste. Gli interventi italiani previsti

Martedì 1° giugno inizia a Yalta la settimana di lavori scientifici International conference and scientific debate club su «New informational technologies in medicine, biology, pharmacology and ecology». Da tutti gli angoli della Russia con il patrocinio del Ministry of Health and Social development of Russia, e di molteplici Università e Centri di Ricerca, nello scenario incantevole del Mar Nero gli scienziati russi si confronteranno sui temi tradizionali della ricerca medica come Genomics. Gens and diseases, Problems of pharmacology. Medical chemistry as the way of new drugs creation, The problems and perspectives of the cell therapy, Haemoglobins: structural and functional aspects, New in laboratory diagnostics of infectious diseases, New technologies in gastroenterology, Biophysical fundamentals of new medical technologi, Radiation ecology, Oxidating stress and freeradical pathology e temi più innovativi per l’Occidente che li considera alla stregua di un’eresia come quantum medicine e le sue implicazioni diagnostiche e terapeutiche.

Tra i temi di interesse per la ricerca avanzata in medicina le ricerche del gruppo dell’Istituto di Biochimica fisica di Mosca diretto da Edward Trukhan sull’influenza del Potenziale vettore sull’immunità cellulari nelle infezioni virali presentate nelle due predenti edizioni che pongono il Potenziale vettore, a cui Giuliano Preparata aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita, come uno degli attori dei fenomeni coerenti nella materia e nella materia vivente in particolare al centro di molti fenomeni anomali come la memoria dell’acqua, la fusione fredda, e in generale la chimica quantistica nonostante le «perplessità» sul ruolo attivo del Potenziale vettore di autorevoli interventi espresse nel Forum internettuale del caldo 2006.

Dall’Italia sono stati inviati alcuni contributi che si confronteranno con la platea russa. Tra questi l’intervento di Livio Giuliani «A modell for water from Zhadin to Montagnier». Di affascinante attualità l’intervento di Piero Quercia e Giuseppe Quartieri su un batterio, la Ralstonia Tuscolanense, identificato a Frascati, nel corso di esperimenti sulla fusione fredda, capace di trasmutare alcune scorie nucleari in un modello già replicato in Spagna e a Kiev dal Gruppo di Vysitoskii, molto simile a quello che Craig Venter vorrebbe costruire ex novo per smaltire il petrolio e altro e su cui sono intervenuti criticamente molti tra cui Livio Giuliani su VG.

Di straordinario interesse le esperienze di medicina olistica integrata da Paolo Rossaro, padovano, uno dei tanti grandi medici di famiglia italiani che gestiscono situazioni spinose con scienza, coscienza e creatività, patologie resistenti come l’ulcera trofica e altre, notoriamente resistenti alle correnti terapie.

Una sorpresa sul fronte del dionisiaco viene da recenti studi sperimentali dell’Isrep sul metabolismo dell’alcoolche grazie ad un integratore biodinamico, viene spinto nel ciclo di Krebs a produrre energia sotto forma di Atp grazie alla riattivazione delleMemorie Biochimiche che pare abbiano un ruolo importante nel funzionamento cellulare e nell’equilibrio generale dell’individuo. Si potrebbe realizzare la quadratura del cerchio di continuare a bere un buon bicchiere di vino o altro (che viene anche consigliato dalle recenti ricerche sugli antiossidanti come il resveterolo), neutralizzando i molti effetti avversi sulla reattività psicofisica, il sistema nervoso il fegato ecc., che emergono da un recente rapporto dell’Iss sull’alcolismo.

Nello splendido scenario della Crimea, in uno dei più famosi centri di Climatoterapia del vecchio impero Russo dove passava le vacanze lo Zar, ancora una volta di scena la scienza europea nel difficile tentativo di far cadere il «muro» culturale e scientifico che nonostante tutto (vedi la collaborazione nello Spazio e non solo) resiste.

(La foto è di Pina Catino)