Ora fa più caldo nei paesi nordici

792
Tempo di lettura: 3 minuti

I primi 10 mesi del 2010 mostrano un surriscaldamento record a livello globale. Ottobre record. Danni incalcolabili per i coralli. I disastrosi effetti della Niña

Il Noaa, l’Amministrazione statunitense che si occupa di oceani e atmosfera, ha rilasciato il bollettino di ottobre dove si evidenzia che si tratta dell’ottavo ottobre più caldo dal 1880.

I primi 10 mesi del 2010 mostrano un surriscaldamento record a livello globale, tanto che il 2010 è ormai avviato a diventare, a livello globale, il più caldo anno a partire dal 1880.

Vediamo nel dettaglio.

Temperatura
Il mese di ottobre 2010, con un’anomalia di 0,54°C rispetto alla media secolare del XX secolo, è stato, a livello globale, l’ottavo più caldo mese di ottobre a partire dal 1880. Il record dell’ottobre più caldo, a livello globale, appartiene all’ottobre 2003.

Disaggregando i dati si osserva:

– la temperatura media dell’emisfero nord è stata più alta di quella dell’emisfero sud ed in particolare: la quinta più alta temperatura media dal 1880, per l’emisfero nord, mentre l’undicesima più alta temperatura media dal 1880 per l’emisfero sud;

– la temperatura media dei continenti dell’ottobre 2010 è stata la sesta più alta temperatura media dal 1880, ma con una differenza sensibile fra emisfero nord ed emisfero sud: le aree dei continenti poste nell’emisfero nord sono risultate molto più calde delle aree continentali poste nell’emisfero sud;

– la temperatura media delle acque superficiali degli oceani nell’ottobre 2010 è stata la decima più alta temperatura media dal 1880, ma con una differenza fra emisfero sud ed emisfero nord: le acque oceaniche poste nell’emisfero sud sono risultate più calde di quelle poste nell’emisfero nord

A livello continentale e sub continentale si osserva che nel mese di ottobre 2010:

– il maggiore riscaldamento ha interessato, con temperature medie superiori ad oltre +5°C rispetto al normale: l’Alaska, il Canada settentrionale, gran parte della Siberia e l’Asia centrale, ma riscaldamento sensibile (+2°C rispetto al normale) ha subito tutto il continente nord americano, gran parte dell’Asia, esclusa la Cina centro occidentale e l’Africa sub-sahariana;

– il maggior raffreddamento ha interessato, con temperature medie inferiori a -3°C rispetto al normale: l’Europa centrale e la penisola balcanica, la Cina occidentale e l’Australia eccetto la fascia occidentale.

Gennaio-Ottobre 2010
La temperatura media globale dei primi 10 mesi del 2010 (periodo gennaio-ottobre), con un’anomalia di 0,63°C, è stata la più alta temperatura media globale degli stessi periodi gennaio-ottobre di tutti gli anni precedenti a partire dal 1880.

Disaggregando i dati si osserva:

– la temperatura media dell’emisfero nord nel periodo gennaio ottobre 2010 è stata parimenti la più alta temperatura media emisferica a partire dal 1880 mentre quella dell’emisfero sud è stata la seconda più alta temperatura media emisferica dal 1880.

Precipitazioni

Le precipitazioni nel mese di ottobre hanno presentato profonde differenze nelle diverse aree geografiche:

– piogge molto intense o alluvionali si sono verificate sull’America centrale ed i Caraibi, la Scandinavia settentrionale, la costa occidentale dell’Africa, nel sud est asiatico, in gran parte delle isole del Pacifico intertropicale e nell’Australia sud orientale;

– scarsità di precipitazioni fino alla siccità si è manifestata sulla parte nord occidentale del Canada, negli Usa centro meridionali, nel Messico settentrionale, nel Perù, nel Brasile occidentale e settentrionale, in Argentina e nell’India meridionale.

E le barriere coralline «sbiancano»

Una nota del giornale «Nature» osserva che lo sbiancamento dei coralli va di male in peggio. E con il record di riscaldamento climatico del 2010 si temono danni irreparabili ai coralli del mar dei Caraibi: la maggior parte dell’80% dei coralli sopravvissuti ai precedenti sbiancamenti del 2005 (l’anno più caldo dal 1880, escluso quest’anno), è in fase di sbiancamento ed il 40% dei coralli è già morto.

Ma la situazione per i coralli non è migliore negli altri oceani, specialmente nel Golfo Persico e nell’oceano Pacifico centrale dove i danni maggiori erano accaduti nel 1998 (secondo anno di caldo record dal 1880, escluso quest’anno). Quest’anno, infatti, i danni ai coralli di queste aree oceaniche potrebbero essere i peggiori mai osservati, non solo e non tanto per il riscaldamento record del 2010, quanto per lo shock termico che si è avuto nel passaggio dalla situazione di El Niño tra il 2009 ed il 2010 all’attuale situazione di la Niña a cavallo tra il 2010 ed il 2011.

Con El Niño si era determinato un riscaldamento nella zona equatoriale dell’oceano Pacifico orientale (a ridosso del sud America) e un raffreddamento del Pacifico occidentale (a ridosso dell’Indonesia). Con l’attuale situazione di La Niña il Pacifico orientale si è raffreddato fortemente, mentre il Pacifico occidentale si è riscaldato.

La Niña di quest’anno ha già prodotto due disastrosi effetti: con il riscaldamento del Pacifico occidentale intertropicale ha amplificato le conseguenze negative (alluvioni in Pakistan) del monsone Indiano e, con il raffreddamento del Pacifico orientale ha prodotto una siccità in Perù, Brasile ed in tutta la regione amazzonica, che non ha precedenti negli ultimi 40 anni. (V. F.)