Un gipeto «adotta» due piccoli

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Un adulto, rilasciato nel 2002 nelle Alpi Marittime, ha accudito fino all’involo e nelle settimane successive i due giovani conspecifici attuando un’adozione in natura mai osservata prima

Sulle Alpi ci sono centocinquanta gipeti e uno di questi che vive nelle valli del torinese è bianco come la neve. Questa primavera per la prima volta dal 1986, anno di avvio del Progetto di reintroduzione dell’avvoltoio sull’arco alpino, due giovani sono stati adottati da un adulto. È la storia di Elena e Spelogue nati in centri di riproduzione della repubblica Ceca e in Austria e rilasciati nel Parco delle Marittime lo scorso 24 maggio (nella foto accanto un momento dell’operazione, N. d. R.). Quello stesso giorno in cielo volteggiava l’adulto Paolo Peila (rilasciato nel 2002 nelle Marittime) che ha accudito fino all’involo e nelle settimane successive i due giovani conspecifici attuando un’adozione in natura mai osservata prima.

Gli uccelli rilasciati sulle Alpi hanno iniziato a riprodursi nel 1996, con i primi involi documentati nel 1997. Durante gli ultimi 3 anni, il numero di involi annui in natura ha superato il numero di gipeti rilasciati per anno.

Il progetto di reintroduzione dell’avvoltoio sulle Alpi europee è articolato. Le popolazioni autoctone in Europa comprendono circa 140 coppie territoriali sui Pirenei spagnoli e francesi, 9 nei territori riproduttivi in Corsica, 5-6 a Creta (Xirouchakis 2010) e una popolazione non quantificata in Turchia.

Altre notizie si possono attingere dal periodico «Info gipeto», foglio di informazione del progetto di reintroduzione pubblicato on-line.

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Nella foto di Michelangelo Giordano un immagine del gipeto adulto Paolo Peila