Sostenibilità a 3.835 metri

544
Tempo di lettura: 2 minuti

Il rifugio sarà ultimato la prossima primavera. Ospiterà 120 persone in condizioni di massima sicurezza e confort. Un progetto d’avanguardia basato sulle energie rinnovabili

Il tetto d’Europa si tinge di verde. Sul modello dei primi due rifugi alpini in «stile ambientalistico» realizzati sul Piccolo Cervino e Monte Rosa nel 2009 è in arrivo il nuovo «Refuge du Goûter», ai piedi del Monte Bianco.

Il green prende il largo anche in montagna a colpi di edifici ecologici. Questo rifugio è un vero e proprio modello in materia di costruzione ecosostenibile e di efficienza energetica. Sorgerà a oltre 3.835 metri di altitudine e sarà ultimato la prossima primavera. Ospiterà 120 persone in condizioni di massima sicurezza e confort. Un progetto d’avanguardia basato sulle energie rinnovabili.

Si tratta di una struttura quasi completamente ecocompatibile, con un costo energetico vicino allo zero, in quanto consumerà per il 90% del suo fabbisogno l’energia ricavata dall’impianto fotovoltaico interno, della potenza di oltre 15 kilowatt. Solo il rimanente 10%, necessario al funzionamento della cucina, deriverà da gas ricavato da bombole. L’involucro edilizio è ottimamente coibentato e la produzione di energia è integrata mediante una pompa di calore. Le acque reflue saranno filtrate e riciclate per i gabinetti, e ogni scarico nell’ambiente sarà depurato per evitare contaminazioni batteriche dei suoli.

Integrando le norme Heq (High Environmental Quality/ Alta Qualità Ambientale) il nuovo edificio comporterà un investimento di oltre 6.500.000 ?, finanziati in gran parte dal Caf (Club Alpin Française).

Il vecchio rifugio, secondo quanto riferito dalla stampa internazionale, sarà dismesso quando entrerà in funzione il nuovo.

L’edificio avrà un aspetto decisamente avveniristico, col rischio di apparire forse troppo futuristico per un contesto paesaggistico come quello alpino, e chiunque non voglia avventurarsi sul «Bianco» con solo un confortevole pezzo di tela sulla testa per la notte, come fece Henriette D’Angeville nel lontano 800, sia almeno tranquillizzato dal fatto di non dover pesare eccessivamente su quella che è ormai nota come eco-edilizia ad alta quota.